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Non è un libro “facile” quest’ultima opera letteraria di Giacomo Sartori, Autismi (Miraggi, pp. 224, euro 16), ma di certo sa affascinare e coinvolgere gli affezionati lettori dello scrittore trentino/parigino. Sedici episodi, distinti, ma comunque interconnessi, che trovano riferimenti con l’autore in una sorta di autobiografia. “La mia città è il posto dove è impossibile essere felici … Per non parlare delle idee, che appena nate sbattono contro le pareti di roccia”. Lo stile è ironico, definisce sua madre “fanatica delle apparenze altoborghesi e criminalmente anticonformista”, attraversato da una sottile vena comica, contraltare a una scrittura con riflessi scientifici, quasi volesse ancorarla alla terra alludendo alla sua professione di agronomo: “Il mio lavoro consiste nel fare buche nella terra … Mi ci seppellisco, si potrebbe dire. Però a differenza di un altro seppellimento, nessuno poi aggiunge altra terra tra me e lo scavo … Posso guardare un rettangolo di cielo”.
Silvia Vernaccini