fbpx
  1. Simone Ghelli, il panorama letterario italiano e i racconti… Parliamone.

Parliamone, ma evitando di cadere nei soliti luoghi comuni. Ad esempio che il racconto sia una sorta di palestra per arrivare al romanzo. Come se, per allenarsi a una maratona, un atleta si mettesse a correre i cento metri. Le riviste e i blog di racconti sono una vetrina per chi aspira a pubblicare il suo grande romanzo? Sicuramente possono dare visibilità, ci sarà qualche addetto ai lavori che legge in cerca di talenti, ma aver scritto un buon racconto non significa automaticamente saper scrivere un buon romanzo. La pubblicazione su una rivista dovrebbe essere un punto di arrivo, altro che trampolino.

Detto questo, in Italia si scrivono tanti racconti e di spazi in cui pubblicarli ne nascono e muoiono in continuazione. Il mercato sembra però prediligere il romanzo, motivo per cui il racconto continua ad essere territorio fecondo per la sperimentazione.

  1. Dieci storie di uomini che non si arrendono alla realtà: un figlio costretto dalla madre a suonare il pianoforte; un uomo la cui moglie è scomparsa da ogni fotografia; un postino che non ha più la forza di consegnare le lettere. Dieci uomini fragili e al tempo stesso ostinati. Una scelta tutta al maschile. Perché?

Bella domanda. Credo che dipenda dal fatto che questi racconti escono dal mio inconscio. Sono una specie di proiezione, dieci possibili declinazioni del mio mondo interiore. Detto questo, la realtà è che il femminile è presente in molte di queste pagine. In due racconti il femminile è addirittura descritto nel suo ritrarsi, come forza vitale rincorsa dai protagonisti.

  1. La vita moltiplicata è più voglia di desiderare o paura che certi desideri si avverino?

Credo entrambe le cose. È una possibilità, la vita in potenza. Il fatto è che, nonostante tutto, non riesco a smettere di credere nella scrittura, nella capacità che mi offre di aprire delle ferite dentro cui guardare – ferite che sono anche aperture.

  1. Tre aggettivi tre per descrivere la tua opera.

Onirica, inattuale, ambiziosa