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Brucio Parigi

Traduzione di: Alessandro Ajres
Collana: Tamizdat

11,9922,00

Un libro di rabbia e rivolta, un racconto futurista e futuribile in cui la società tecnologica e capitalista piomba in una guerra intestina in cui la popolazione di Parigi si divide in fazioni etnico-politiche. Pura avanguardia, fantapolitica e analisi sociale in una gemma rimasta nascosta per quasi un secolo.

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Data di pubblicazione 2019
Formato 13,5x19
Numero di pagine 348
EAN Cartaceo 9788833860299
EAN eBook 9788833861074
Codice a barre

Brucio Parigi, pubblicato nel 1928 a Parigi, è un romanzo futurista, nel contenuto e nello stile, incalzante nel ritmo e denso di metafore spesso al limite del punto di torsione e rottura della lingua. Fantascienza, distopia, fantapolitica e avanguardia si mescolano in un inquietante intreccio che conserva oggi tutta la sua potente visionarietà.
In una società in cui le macchine hanno ormai sostituito l’uomo, un operaio alienato si muove in una Parigi vividamente descritta nella devastazione del suo paesaggio urbano e umano. Pierre, il protagonista, coglie l’opportunità di avvelenare l’acquedotto cittadino, scatenando nella popolazione, apparentemente cosmopolita, una lotta per la salvezza che la divide in fazioni etniche e politiche. Comunisti cinesi, rabbini, scienziati disillusi, emigrés russi, comunardi francesi e nostalgici della monarchia combattono fra loro per guadagnare la fuga di fronte alla pestilenza scatenata dall’azione terroristica di Pierre, mostrando le radici xenofobe e conflittuali della decadente società capitalista.
Il romanzo suscitò reazioni molto forti al momento dell’uscita, comprese manifestazioni pubbliche di protesta « per aver “ osato ” immaginare Parigi distrutta », come ricorda il curatore e traduttore Alessandro Ajres. Anche in seguito a questo il libro ebbe un successo di vendita enorme, valutabile in quasi 400.000 copie (ma l’autore dovette fuggire per riparare in Urss). Riedito in Francia nel 2003, finalmente può giungere anche al lettore italiano.

Bruno Jasienski

Bruno Jasienski (1901-1938), scrittore e poeta polacco, aderì al futurismo nel periodo tra le due guerre mondiali e ne divenne uno dei maggiori esponenti. Trasferitosi in Francia, si avvicinò al comunismo e le sue opere assunsero un tono esplicitamente rivoluzionario (Piesn o glodzie, “Il canto della fame”, 1922; Ziemia nalewo, “La terra a sinistra”, 1924; Slowo o Jakobie Szeli, “Il canto di J. S.”, 1926). Nel 1928 raggiunse la fama con Io brucio Parigi, che gli valse però anche l’espulsione dal paese e nel 1929 il ritorno forzato in Urss, dove pubblicò il romanzo Czlowiek zmienia skóre (“L’uomo cambia pelle”, 1936) e dove all’attività letteraria affiancò il sostegno politico alle epurazioni di Yagoda contro gli scrittori, di cui però nel 1936 cadde vittima egli stesso. Morì nel 1938 nel carcere moscovita della Butyrka e fu riabilitato solo nel 1956.

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