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Una quarantina di poems vibranti di tensione per quel continuo stupro di terre (oltre che di corpi) del quale è stata testimone fin da bambina nelle zone tribali del sud Jharkhand, in cui è nata. Land grabbing, sfollamenti, regolamento di conti tra minatori e caporali, regolarmente risolti in favore del più forte, foreste teatro di ogni genere di saccheggio – o poi la fame, ‘che diventa fuoco’; campi impunemente sacrificati, magari a una diga. E la città che avanza, annulla/rimescola ogni identità

Su il manifesto del 5 maggio 2018 è stata pubblicata una splendida intervista di Daniela Bezzi a Jacinta Kerketta, autrice di “Brace”