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Poema bianco, di Pasquale Panella (contributi di Lucio Saviani e Francesco Forlani; Miraggi Edizioni), è un soliloquio poetico che prende spunto dalle costanti immagini della quotidianità e le trasforma in un originale linguaggio iperrealista. È l’analisi di un gioco di coppia che si trasforma in solitudine, un’immagine allo specchio fissata a lungo nella speranza che si sdoppi e porti nuovi significati: “L’acqua non scorre più, scorre l’anta. La frizione di un asciugamano, un tirar su col naso, il contrasto tra il corpo e il tessuto dell’accappatoio, ciabattine senza tacco come nacchere morbide. Fuori è spiovuto, gli pneumatici sul bagnato imitano gli scrosci. L’imitazione, il come e la somiglianza sono il lascito di quel che è finito di accadere”.

Lorenzo Mazzoni