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Dove è passato l’angelo

Traduzione di: Alessandro De Vito
Collana: NováVlna

9,9918,00

Un romanzo duro e doloroso, materiale e concreto, in cui il lirismo e l’interiorità nascono letteralmente dalla polvere.

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Data di pubblicazione 2023
Formato 13,5x21
Numero di pagine 192
EAN Cartaceo 9788833862224
EAN eBook 9788833862248
Codice a barre

Leggi qualche pagina da Dove è passato l’angelo

Martin vive a Ostrava, una città mineraria dell’Est (Cecoslovacchia). Anni Settanta, il socialismo reale. Siamo in un nuovo quartiere satellite abitato da minatori di carbone e operai di acciaieria, palazzoni di cemento, un luogo senza una piazza e una chiesa, infimi bar da fine turno, una non-città che amplifica l’oscurità dei tempi, dopo l’invasione sovietica. Martin è un perfetto outsider: di famiglia evangelica, vive la sua vita, il primo amore, cercando sempre più un rifugio dal mondo ostile, in una generazione cresciuta con l’idea della minaccia nucleare incombente. Dopo l’89 e il cambio di regime il nuovo mondo si rivela solo un’altra faccia della stessa medaglia. Cosa è cambiato davvero?, sembra chiedersi Balabán dopo qualche anno. Martin fa un bilancio della sua vita, di quello in cui ha creduto, e oltre alla crisi coniugale trova una generale disillusione, riconosce come disincanto, delusione e stanchezza abbiano preso il sopravvento sulla sua combattività giovanile, sulla sua ricerca interiore, che sembrava avere tanta importanza.
Diventa allora essenziale per Balabán « andare a cercare “ dove è passato l’angelo ”, seguendo il detto popolare che quando accade qualcosa di buono, o intravvediamo qualche speranza, di lì sia passato un angelo », come racconta Petr Hruška, poeta e amico dell’Autore, centrando il senso profondo del romanzo e del suo titolo. Una ricerca necessaria e non eludibile, che apre alla speranza, o almeno alla possibilità di essa.

Jan Balabán

Jan Balabán (1961-2010), è considerato una delle voci più potenti, originali e importanti della letteratura ceca contemporanea, spesso accostato a Milan Kundera e a Jachym Topol. Nato in una famiglia evangelica – frequenti infatti sono i riferimenti biblici, per quanto la sua fede sia spesso non ortodossa –, nei suoi scritti si interroga e ci interroga sull’esistenza e sul senso della vita di ciascuno e della società nel suo complesso, con forza e senza risparmiare a se stesso o al lettore la scomodità delle domande da porsi. Se sembriamo, come spesso afferma attraverso i suoi tipici personaggi, estranei in questo mondo, agli altri e anche a noi stessi, l’unico senso possibile dell’azione umana e, ancor prima, di ogni intenzione non può che essere la ricerca di un qualche punto di luce che possa accendere la speranza. Ha pubblicato diverse raccolte di racconti e due romanzi, ed è stato insignito due volte del Premio Magnesia Litera: nel 2005 per i racconti di Jsme tady (Siamo qui) e nel 2011, post mortem, per Chiedi a papà, tradotto in questa stessa collana. Il suo primo romanzo, Dove è passato l’angelo, è uscito una prima volta per una piccola casa editrice nel 2003, ed è stato ripubblicato nel 2005 in seguito alla notorietà raggiunta dopo il successo di pubblico e di critica e il premio citato, nello stesso anno.

Dove è passato l’angelo – recensione di Riccardo Cenci su PulpMagazine

Jan Balabán / Sull’orlo dell’abisso Martin è uno studente, un brigádnik, ovvero un ragazzo obbligato a sperimentare il lavoro in fabbrica…