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Sinossi. Santi, poeti e commissari tecnici è uno spaghetti-fantasy calcistico dai toni agrodolci che parla dritto al nostro cuore, al cuore di una nazione che sul calcio ha strepitato troppo e troppo a lungo perché, versata una lacrima, non fosse giunto il momento di riderci su. Un libro comico, commovente e liberatorio. Il libro comincia con il lungo racconto che dà il titolo al libro, una storia sul miracolo della statua votiva della beata Serafina, che all’improvviso suggerisce al parroco del paese la strategia per stravincere il campionato. E finisce con Il campionato più brutto del mondo, l’ultimo racconto, sull’effetto domino che porterà alla chiusura della serie A non appena l’ex moglie di un dirigente invischiato con il calcio minore avrà preteso gli alimenti arretrati. In mezzo, un centravanti alcolizzato e un’intera comunità si illudono di meritare “il calcio che conta”; il giovane calciatore più forte del mondo (o del suo quartiere) scopre quanto sia spiacevole scontentare i genitori VIP degli altri ragazzi; un arbitro incorruttibile durante l’ultima partita della sua vita deve fare i conti con il suo passato e con i desideri di un ragazzo perduto; una stella della serie A ordisce la sua vendetta contro il destino. Storie di calcio e storie d’amore, d’amori mancati e sogni infranti. I sogni dei tifosi, insomma.

Recensione

Molto carino questo libro. 

Una serie di racconti che hanno come tema centrale, raccontando il bello e il brutto, dello sport più amato e meraviglioso del mondo: il calcio.

Tra miracoli e suicidi, vittorie che non si capisce bene come, furti, tuffi al mare, ubriachi e storie d’amore e di convenienza, l’autore ha descritto il mondo del calcio alla maniera italiana. 

Il primo racconto apre il libro con ironia, e mentre, non puoi fare a meno di farti quattro risate, non puoi, allo stesso tempo, pensare ai limiti leciti e no, che qualcuno può trovarsi a superare per una vittoria.

Prerogativa, di tutto il libro, dal sapore dolce amaro, carino e divertente è quella di farti sorriderebuttando un occhio alla triste realtà che traspare.

Consigliato.

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