Buonasera,
nemmeno in agosto si va in vacanza, nonostante Gennaro me lo abbia ripetuto di continuo “fallo, fallo”, ma dove vado? Manco a mare posso andare!
Tanto vale rimanere a rompere le scatole qui.
Che poi oggi vi va di lusso, perché vi presento un libro che mi ha regalato parecchi sorrisi, qualcuno amaro, e anche qualche occhietto lucido:
Trama: L’amore puzza d’odio è un ossimoro solo apparente: dove l’amore stravolge i sensi e la ragione, l’odio verso l’oggetto amato non è che l’altra faccia della medaglia, il lato oscuro della luna, un apostrofo nero nel rosa del romanticismo. “L’amore puzza d’odio” racconta dal punto di vista maschile la nascita, la passione, il declino e la fine di una storia d’amore, attraverso la scansione allegorica delle stagioni. E con il passare del tempo, lo stile muta, invecchia e si ripiega su se stesso: da scanzonate e romantiche, le pagine virano al nero, alla tristezza e alla rabbia, senza perdere di vista quella spudorata ruffianeria che spariglia le carte e fa saltare i canoni classici della poesia. Musica, arte, fumetti, romanzi, cultura pop, il retaggio di mille emozioni e immagini conservate in qualche angolo polveroso dell’animo, fanno capolino tra le righe accompagnando il lettore dove nemmeno Charles Bukowski si spinse: a parlare di amore e di stelle.
Edito da Miraggi Edizioni.
L’autore mi ha contattata e mi ha chiesto se ero interessata a recensirlo. Ora, non so cosa lo abbia spinto a farlo, se il numero esiguo dei nostri seguaci su instagram, oppure ha letto qualche recensione e gli sono stata simpatica o ancora sapendo che amo follemente la poesia con tutto il suo buon cuore ha deciso di farmi un regalo.
Non lo so, ma lo ringrazio tanto, le poesie sono una cosa bella, soprattutto per me.
Il libro, come anticipato dalla trama, sì contiene poesie ma è anche articolato come se fosse una storia romanzata, quasi una fiaba con una bella spruzzata di pepe, uno o due bicchieri lisci di cinismo, un po’ di sconcerie che non guastano mai e beh, tenerezza, un po’ c’è.
Mi fa sorridere il modo in cui proprio le poesie come forma d’arte somiglino ai quadri, cambiano molto a seconda degli occhi di chi legge. Ad esempio, nella trama si parla di Charles Bukowski, probabilmente per accostarlo allo stile e richiamare qualche fan del suddetto ed avvicinarlo al libro; io, invece, quando mi sono ritrovata a parlare di queste poesie con Gennaro (sempre lo faranno santo per come mi ascolta anche per ore in queste cose) ho usato queste esatte parole “sì è cinico ed anche parecchio sarcastico ma ci leggo della malinconia, un po’ di tenerezza. Mi fa tanto Leopardi che -come diceva una mia vecchia amica- tutti dicono depresso, triste, pessimista, quando in realtà nelle sue parole si legge una ricerca disperata della felicità, di una speranza a questo mondo, a me da un po’ quell’idea.”
Anche se a dirla tutta, tutto quello che ho appena scritto è riconducibile anche al pensiero che ho delle poesie di Bukowski, quindi ci sta.
Tornando a noi e specificando, non sto dicendo che ci cola il miele tra le pagine eh, dico solo che oltre alle cosa sopracitate ci leggo anche l’amore, che magari puzza di odio, ma amore resta. Che poi non sta scritto da nessuna parte che l’amore debba tenere esclusivamente un’accezione positiva, proprio come l’autore ci fa leggere, spesso e volentieri non è affatto così.
Probabilmente l’ossimoro di questo libro si potrebbe spiegare così: non essendo la realtà poesia, quest’ultima di fa realtà, il che rende tutto… molto poetico.
Mi piace il punto di vista maschile, la sua schiettezza cruda, quasi al sangue, col pizzico di zucchero e mi piace ogni singola citazione, sopratutto quella agli Aristogatti, Boschini sa dove si trova il mio cuore e sa colpirlo.
Sfiziosa l’idea di nascita con la primavera e il susseguirsi della stagioni, come la vita, così l’amore.
Ho adorato moltissime poesie di questa raccolta ma non potendovele scrivere tutte (anche perché poi voi che vi leggete acquistandolo?) mi prendo il permesso, che spero non dispiaccia all’autore, di scriverne due, anche per avvalorare il mio pensiero precedente sulla malinconia e sarcasmo, e in più per darvi un assaggino, giusto per farvi venire un po’ di bava alla bocca:
Che magia.
Magia,
ti svegli senza trucco,
di lunedì mattina;
quando svegli nel letto
ti chiedo dove sia
la regina di cuori del giorno prima.
Magia,
mi svelo col trucco,
di domenica sera,
quando col mazzo truccato
tramuto conigli in grandi leoni,
chiamami Re di bastoni.
Stringarti
Per trovarti sempre,
anche quando non mi vorrai,
ti stringo in una parola,
forte come un abbraccio,
poetica come un bacio,
debole come un laccio da scarpe.
Stringarti per ritrovarti sempre,
nodo da tendere ad ogni risveglio,
col timore che si spezzi come il nostro legame,
tirato oltre ogni misura:
con un palmo di mano stringerò invano,
calde lacrime d’amore.
Devo dirlo, è stato difficile sceglierne solo due, ce ne sono che mi sono piaciute e mi sono salvata per rileggermele quando voglio sul cellulare, come faccio sempre con cose che mi piacciono molto.
Non sapete quanto è bello trovare parole dolci, simpatiche che colpiscono al cuore anche se struggenti e con parole stronze, ma fanno star bene dopo una pessima giornata.
Massimiliano sa fare il suo mestiere, le sue poesie mi piacciono molto, così come il modo in cui sceglie di comporle ma qualcosa mi dice che può fare molto di più e mi auguro in futuro di poterlo leggere ancora per poter confermare questo mio pensiero.
Vi consiglio caldamente questo libro, ha anche delle splendide illustrazioni che accompagnano i versi, sono davvero deliziose.
Ringrazio ancora l’autore per averci pensati ed averci regalato il suo libro, ed avermi emozionata.
Ci rileggiamo presto.
Maxim Walker.
QUI L’ARTICOLO ORIGINALE:
https://www.tuttoinvetrina.com/2019/08/04/lamore-puzza-dodio-di-massimiliano-boschini/