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Fabio Mendolicchio: Buongiorno Luca, spesso e volentieri gli scrittori esordienti o aspiranti scrittori si iscrivono a corsi di scrittura con l’intento di acquisire e conquistare segreti e malizie di un mestiere che prima di tutto è fatto di talento.
Talento o meno, la ricerca sembra andare quasi sempre nella direzione di qualche scorciatoia e con questo non voglio assolutamente affermare che i corsi non servano, anzi! Spesso s’ignora che il miraggio della scrittura possa trovare realizzazione nel suo opposto, ovvero la lettura…
Sappiamo noi addetti ai lavori quanto sia importante la lettura in generale, tu sei lettore di vari generi, oserei dire abbastanza onnivoro, giusto? 

Luca Ragagnin: Consiglierei di non porsi limiti e di andare a curiosare ovunque, nel presente e nel passato. Leggere i classici, partire da lì, anche i classici moderni vanno benissimo. Lasciarsi trasportare, non recintare l’emozione è fondamentale ma altrettanto importante è l’attenzione che richiedono certe opere e le scuole di scrittura, in questo senso, dovrebbero assolvere la loro primaria funzione, e spesso lo fanno, cioè diventano delle scuole di lettura, educano alla lettura, insegnano ad analizzare un testo, ad aprirlo come una scatola magica o un orologio e a mettere sotto osservazione gli ingranaggi, il registro, lo stile, la psicologia, le categorie, il tempo e i tempi, lo spazio e i luoghi, i dialoghi, eccetera. Non sono un fanatico delle categorie ferree della narratologia ma penso che possa essere utile prenderne conoscenza, se si vuole scrivere. Magari poi allontanarsene o ignorarle del tutto. In generale credo che per trovare una propria voce un autore debba leggere tanto e opere molto diverse, cioè accostare l’inaccostabile, che è un’azione che paga sempre dei buoni dividendi. Per me questa è l’unica strada possibile e se, come a volte capita, qualche giovane autore mi chiede un consiglio, non gliene so indicare un’altra.

LEGGI MOLTO 

«Se vuoi fare lo scrittore, devi fare due cose sopra le altre: leggere molto e scrivere molto. Non conosco stratagemmi per aggirare questa realtà, non conosco scorciatoie.»

Se vuoi migliorare la tua scrittura, leggi molto anche tu. Leggi ogni volta che puoi, esci portando sempre con te un libro e leggi ciò che ti piace. Leggi per il piacere di farlo e vedrai che comunque imparerai da ciò che leggi, più di quanto pensi.

Anzi, paradossalmente si impara più dai libri che non ci piacciono che da quelli belli.

D’altra parte i libri belli insegnano a uno scrittore lo stile, i meccanismi più efficaci per lo sviluppo della trama e la creazione dei personaggi, la sincerità narrativa.

«Sentirsi travolti da una grande storia magistralmente raccontata, esserne schiacciati, rientra nella necessaria formazione di ogni scrittore. Non puoi sperare di travolgere qualcuno con la forza della tua penna se non ci sei passato prima tu.»

SCRIVI CIÒ CHE AMI LEGGERE

Puoi scrivere di qualunque cosa, purché tu scriva la verità.

SCRIVI CIÒ CHE AMI LEGGERE

Allora è meglio partire da ciò che ami leggere, perché probabilmente lo conosci meglio e comunque, amando quel genere, ti piacerà lavorarci così come ti piace leggerlo.

SCRIVI

CIÒ

CHE

AMI

LEGGERE

LIBERATI

DALLA

PAURA

E DALL’

OSTENTAZIONE

Scrivere bene significa prima di tutto liberarsi dalla paura: paura di non essere capiti dal lettore, di non saper trasmettere i propri concetti esattamente come li sentiamo dentro di noi, paura di essere fraintesi o sottovalutati.

Scrivere bene significa però anche liberarsi dall’ostentazione, dalla voglia di dimostrare quanto si è bravi, mettendo lo stile al di sopra della storia.

Ecco, toglitelo dalla testa. Se pensi di accontentare tutti, alla fine non accontenterai nessuno.

Se pensi che uno stile sia migliore di un altro solo perché lo dice qualche critico importante, lascia stare. Tu devi usare il tuo stile, quello che senti giusto per te, per le tue pagine, per le tue parole.

Con questo ovviamente non soddisferai tutti i lettori, ma l’importante è che tu ti sforzi di soddisfare almeno una parte dei tuoi lettori.

NON PUOI SODDISFARE TUTTI I LETTORI 

Quello che ti voglio chiedere ora è: quale libro e/o autore consiglieresti di leggere e rileggere per imparare a scrivere? Chiesto così sembrerebbe un pro’ generico; proviamo a individuare qualche elemento della scrittura che possa interessare diversi scrittori, come per esempio il ritmo e/o il lessico, oppure lo stile, la forma e perché no qualcosa che abbia a che fare con quelle regole che ogni scrittore dovrebbe avere in mente? Il tuo punto di vista noi lo conosciamo bene ma chi ti legge o chi non ti conosce probabilmente no!

Luca Ragagnin: Per lo stile indico “Esercizi di stile” di Raymond Queneau, un’opera-manuale divertentissima e utilissima (splendidamente resa in italiano da Umberto Eco) in cui si narra un insignificante accadimento di vita quotidiana in 100 stili letterari differenti. Fondamentale. 

Per il registro (forma e contenuto, l’abilità di maneggiare le varie lingue della vita, dei personaggi, etc) i Maestri sono tanti. Scelgo Hemingway, tutti (o quasi) i racconti.
Dialoghi? Anche qui scelta enorme (be’, lo stesso Queneau è un maestro indiscusso). E il gusto personale la fa da padrone, Scelgo invece un manuale di scrittura di Stephen King, On Writing. Me ne parlava l’altro giorno Enrico Remmert. Ogni aspirante scrittore dovrebbe leggerlo, al di là di cosa scriverà e di quanto si allontanerà dalla narrativa di King (peraltro inimitabile), perché è semplice, diretto, pratico e esaustivo, dice tutto quello che bisogna sapere. 
E con questo chiudo, un caro saluto all’affollato mondo degli scrittori in erba.