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Troppe volte non conosciamo un libro perché un giornale per partito preso o per campanilismo non lo segnala. Non è il caso de ‘L’EDOnista’ (Miraggi, pp. 172, €15), di Alessandra Contin (collaboratrice de La Stampa) e Francesca Angeleri (collabora con una infinità di testate: Il Manifesto, Corriere et alii). Due ‘penne’ che leggendole con l’occhio giornalistico appaiono diverse, ma che in questo bel romanzo che richiama la collina torinese dove vive il benestante Edo, rivoluzionano il parere che si può avere sui loro articoli: parere positivo/plus. Possiamo affermare e lo facciamo a gran voce, che il volume si presta a una narrativa sgargiante e pedagogica: sino a che punto si può vivere del pseudo godimento del protagonista Edo? E sino a che punto pensare che la bellezza della vita si riduce a sesso, locali e droga? Sappiamo che Turin è il Toro, la coca, i black bloc, la piazza (Vittorio) più grande d’Europa, eccellenza rivoluzionaria quando qualcosa non va bene: nascono sempre lì le primissime obiezioni alle restrizioni politiche sul cittadino. Ciò che fanno le due autrici altro non è che rappresentare l’altra Torino, quella che se non ci vivi non puoi sapere che è così, anche se paradossalmente si potrebbe affermare che ovunque succede il rendicontare di certi background delle metropoli. Narrano il vero, anche se il forestiero direbbe: ‘torinesi, falsi e cortesi’! Per nulla: ‘torinesi ardite e coraggiose’, anche nella scommessa di unirsi per scrivere un romanzo che spara forte e vibra dentro come suono di mitraglia che ad un certo punto stordisce per poi darti risposte: tante! Quelle cercate da Edo nonché da tutti: chi le trova, grazie all’approdo dalla zia e chi si fa fuori perché denaro e benessere non ce l’hanno. Libro intinto di ‘brillori’ e incipit riflessivi!

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