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La chioma di Berenice

Collana: Golem

15,00

La chioma di Berenice è un labirinto cronologico e urbano che riesce a divertirci parlando di solitudini, letteratura, morte, editoria, fine del mondo e altre cose enormi e inafferrabili.

Andrea Roncaglione è stato il primo autore Miraggi all’esordio del 2010.

Con acquisto min. di 26 euro SPEDIZIONE GRATUITA

Data di pubblicazione 2018
Formato 14.5x21
Numero di pagine 176
EAN Cartaceo 9788899815899

Emilio L. è uno scrittore di fantascienza che parla con la propria macchina da scrivere e vive in una periferia immaginaria e insieme concreta degli anni Novanta. Un giorno, dalla finestra, Emilio vede una donna correre via. È Berenice, una giovane prostituta del quartiere… e questa è l’ultima volta che Emilio la vedrà, perché Berenice non sta solo correndo via, sta fuggendo. 

Perché fugge?

Per scoprirlo, dovremo perderci nel racconto corale di quella giornata, attraverso vertiginose divagazioni e salti temporali che non solo sfaldano la narrazione come una roccia scistosa, ma la amplificano rendendo passato, presente e futuro piani simultanei al confine tra realtà e immaginazione. Anzi, futuro, presente e passato – perché nella Chioma di Berenice i fatti, i fattoidi, i sogni e soprattutto i (numerosi) personaggi sono determinati in virtù del loro futuro piuttosto che del loro passato.

 

Andrea Roncaglione

Andrea Roncaglione ha scritto per il teatro («La Chioma di Berenice», «Stream of consciousness», «Finisce con matite», «Bestiario», «Avrei preferito essere Jacques Cousteau», «Guerrilla») e ha pubblicato il romanzo breve «Storia del duo chitarra e voce – triste – Andrea & Andrea» (Seed 2008), il romanzo – già più lungo, ma ci ha messo dei disegnini scemi per allungarlo – «Culhwch» (Miraggi 2010) e «La chioma di Berenice» (che è questo qui, ed è il più lungo in assoluto della sua produzione, non ci sono neanche i disegnini). Oltre a crepare d’invidia per quelli che scrivono romanzi dalle seicento pagine in su, ultimamente – in ambito teatrale – lavora e collabora quasi soltanto con coreografi e danzatori, per cui ama definirsi “danzaturgo” (qualunque cosa significhi).