«Se Arlt è lo scantinato della casa della letteratura argentina, e Soriano è il vaso da fiori nella stanza degli ospiti, Lamborghini è una scatoletta sullo scaffale giù in cantina. Una scatola di cartone, piccola, coperta di polvere. Ebbene, se uno apre la scatola, dentro ci trova l’inferno.» [Roberto Bolaño]
«Segreto, ma non ignorato (nessuno poté farne a meno), l’autore conobbe la gloria senza aver goduto del minimo barlume di fama. Fin dall’inizio, fu letto come un maestro». [César Aira]
Quattro prose: due edite (Il fiordo, Sebregondi retrocede) e due postume (La causa giusta, Le figlie di Hegel). La pianura degli scherzi raccoglie le prime opere narrative di Lamborghini che appaiono in Italia. Quattro titoli per presentare il mondo allucinato di questo genio crudele, che intese distruggere la letteratura e divenne oggetto di un autentico culto letterario. Avanguardista pigro, sovversivo morboso, Lamborghini scriveva di sesso, violenza, politica. Perché il sesso e la violenza (ma dovremmo dire: il sadismo più immaginifico e sfrenato) erano le giuste chiavi per descrivere la politica e la società argentine del secondo Novecento.
Un po’ Marchese de Sade e José Hernández, un po’ Lautréamont e Rimbaud, Lamborghini è diventato un mito scomodo ma imprescindibile della letteratura sudamericana, non solo grazie agli sforzi del suo “ erede ” César Aira, ma soprattutto grazie all’assoluta purezza della sua poetica, oggi più che mai in grado di ferire, perturbare e far riflettere sulla natura dell’uomo e dei rapporti umani.
Osvaldo Lamborghini (Buenos Aires, 1940 – Barcellona, 1985) ha pubblicato in vita i racconti El fiord (1969), Sebregondi retrocede (1973) e la raccolta Poemas (1980). Postumi sono usciti La causa justa, Las hijas de Hegel (entrambi pubblicati in Novelas y cuentos, Serbal, 1988), i tre romanzi del ciclo Tadeys (Sudamericana, 1983) e i sette quaderni del Teatro Proletário de Cámara, un esperimento poetico-grafico, oggetto di una grande mostra al MACBA di Barcellona nel 2014. Ha fatto parte della redazione della rivista d’avanguardia Literal, su cui ha pubblicato testi critici e poesie.
Protagonista di una vita esagerata, tra consumo di droghe e periodi di completa clausura, Lamborghini è stato anticipatore e allo stesso tempo dissacratore della letteratura politica degli anni ’70. La sua scrittura, violenta, oscena e perfetta, nutrita di riferimenti colti, predilige l’eccesso, la frammentazione, l’ibrido e mette in scena una carnalità fatta di sangue e secrezioni del corpo.
In Italia è stata pubblicata finora solo una sua raccolta di poesie curata da Massimo Rizzante, Il ritorno di Hartz (Scheiwiller, 2012).
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