Recensione a L’animale nella fossa su Casadeilettori.blogspot.com
di Anna Maria Patti
“Sii tu le rete che raccoglie
le olive che cadono
io sarò l’ulivo”
La destrutturazione del linguaggio metaforico attraverso l’immagine: è questo il percorso poetico di Gaia Ginevra Giorgi.
Una sperimentazione che la porta a coniugare il dire con il vedere.
Non ci sono fratture tra queste parti e il soggetto finalmente torna intero.
Mente, corpo, parola, percezione in un intreccio lucido, bilanciato, molto espressivo.
“Oggi sono schiuma
sottrazione
cicatrice laterale – roccia
che frana”
La mancanza di punteggiatura, la scelta accurata del fonema creano una musicalità sacra.
E la sacralità è ricerca di geometrie e di linee e di colori.
Le pause sono respiri trattenuti, incanti, fluorescenze.
I ricordi frammenti di pulviscolo, i sogni evocazioni di un immaginario che sconfina nelle solitarie meditazioni.
“L’animale nella fossa”, pubblicato da Miraggi Editore nella Collana “scafiblù” è “il buio primitivo” di un’assenza, “il rischio del varco”, lo strappo.
È il bosco, la lacerazione, la luce del mattino.
È l’ombra, la possibilità, il confine tra selvaggio e domestico.
È la prosa che arriva senza preavviso, il ritmo accelerato della vita, la corsa verso l’irraggiungibile.
Bellissima la prefazione di Tommaso Ottonieri.
Il labirinto nel labirinto.
QUI l’articolo originale: https://casadeilettori.blogspot.com/2024/03/lanimale-nella-fossa-gaia-ginevra.html?m=1