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NEL NOME DEL DIO WEB – recensione su CataniaNews

NEL NOME DEL DIO WEB – recensione su CataniaNews

Catania, il giullare contemporaneo, Matthias Martelli porta in scena “Nel nome del Dio Web”

Dopo i successi de “Il mercante di monologhi” e di “Mistero Buffo” per il terzo anno consecutivo torna a Palco Off Matthias Martelli

Matthias Martelli è artista marchigiano, attore, performer, consacrato sul panorama nazionale dal successo del suo Mistero Buffo.

Nel nome del Dio Web, attraverso la comicità e la satira, vuole analizzare i vari aspetti delle nostre vite stravolte dalla rivoluzione digitale. Oggi il web è venerato come un nuovo dio, come qualcosa di irrinunciabile senza cui la vita dell’uomo contemporaneo pare totalmente impensabile. Ma la connessione continua è davvero così indispensabile? E cosa perdiamo chiudendo le nostre vite nel mondo virtuale? E poi, siamo davvero più connessi fra noi? Siamo davvero più liberi?

Matthias Martelli, solo sulla scena, interpreta diversi personaggi: fra tutti Don Aifon, sacerdote delle nuove tecnologie, che mette in scena una cerimonia in cui i nuovi idoli sono il web, facebook, instagram, i selfie, il wireless e tutte le principali figure legati alla rete. Lo spettatore, trasportato in un vortice di risate e poesia, si troverà così di fronte personaggi folli e reali ad un tempo. Senza negare gli aspetti vantaggiosi della Nuove Tecnologie e di tutto ciò che si può fare grazie ad esse, lo spettacolo vuole far riflettere, in chiave teatrale ironico-satirica, sull’abuso che ne stiamo facendo. Con la speranza che si torni a considerare la comunità reale prima di quella virtuale e ad avere attenzione alla collettività piuttosto che alla connettività.

“Spassoso … Un tripudio” La Repubblica

“Un testo esilarante e sagace, un allestimento eccellente … un’ora e mezza di puro divertimento” Teatri On Line

“Quello che ci ricorda Martelli è che, al di là della connessione digitale, bisogna curare un’altra connessione: il rapporto reale fra le persone, il valore dell’incontro, dell’esserci interi e in presenza, essenziale per una vita piena”TeatroDams.it

Biografia (URBINO, 1986)

È attore, performer, giullare, scrittore, autore-attore dello spettacolo Il Mercante di Monologhi, con quasi 300 repliche all’attivo. Ha vinto i premi Alberto Sordi, Locomix e Uanmensciò e figura nella Top Ten 2017 degli spettacoli più applauditi per Media&Sipario. È unico interprete di Mistero Buffo con il benestare del Maestro Dario Fo e la regia di Eugenio Allegri, con la produzione del Teatro Stabile di Torino e Teatro della Caduta nel 2017, prodotto nuovamente nel 2019 dal Teatro Stabile di Torino per l’edizione speciale dei 50 anni, in tour in Italia e in Europa con oltre 100 repliche. È vincitore del prestigioso “Premio Nazionale di Cultura Frontino-Montefeltro”. Nel Nome del Dio Web è il suo ultimo spettacolo, prodotto dalla fondazione TRG di Torino. È autore del libro “Il Mercante di Monologhi”, SuiGeneris Edizioni e del libro di poesie “T’amo aspettando il contraccolpo”, Miraggi Edizioni. Nell’ambito formativo conduce diversi seminari, fra cui “Scopri il comico che c’è in te”, sulla costruzione del personaggio comico-poetico. Lo trovate in giro costantemente per città, teatri, piazze e paesi d’Italia e d’Europa con i suoi spettacoli e gli sghignazzi annessi.

Nel nome del Dio Web

sabato 30 novembre ||alle 21.00
domenica 1 dicembre|| alle 18.00
Zo Centro Culture Contemporanee

Di e con Matthias Martelli
Testo e Regia: Matthias Martelli in collaborazione con Alessia Donadio
Ideazioni Luci e Scene: Loris Spanu
Musiche originali: Matteo Castellan
Consulenza artistica: Domenico Lannutti
Artist Coach: Francesca Garrone
Costumi: Monica Di Pasqua
Elementi scenografici: Claudia Martore
Creazioni grafiche e video spettacolo: Imperfect
Management: Serena Guidelli
Produzione: Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani

 

QUI L’ARTICOLO ORGINALE:

https://www.catanianews.it/2019/11/19/catania-il-giullare-contemporaneo-matthias-martelli-porta-in-scena-nel-nome-del-dio-web/

Una rivoluzione umana in poesia: Di Benedetto racconta “Amore a tiratura limitata”

Una rivoluzione umana in poesia: Di Benedetto racconta “Amore a tiratura limitata”

Attore 2.0, in alcune webseries molto popolari: da “The Pills” a “Freaks”, a “L’amore al tempo del precariato”. Attore classico, protagonista della commedia “Spaghetti Story” di Ciro De Caro, oppure Dylan Dog in “Vittima degli eventi” di Claudio Di Biagio. E attore di strada, come racconta Valerio di Benedetto: “Nasco attore perché un giorno papà mi dice che c’è un corso gratuito, vicino casa. Provo e dopo un mese decido che sarebbe stata la mia strada, senza dimenticare lo studio: laurea in scienze motorie sulla postura degli attori in scienza, tanto per restare in tema. Da dieci anni seguo questo doppio percorso. Sono attore di strada perché io e il mio amico Luca Basile volevamo a tutti i costi vivere di questo lavoro. Lui creò questo format innovativo e insieme fondammo la Kyo Art Productions. E’ un teatro itinerante, con visite guidate a Roma in cui interpretiamo i personaggi di cui si parla. Nell’ultimo abbiamo raccontato la vicende di Bernini e Borromini. Abbiano fatto 39 sold out nei fine settimana, per 1.800 persone”.

In quanti siete?
“Oggi sono coinvolti 17 attori. Ci siamo trasformati in una compagnia stabile, nel vero senso della parola. Il mio piacere sta nel vedere le persone contente di quello che hanno visto e gli attori perché comunque fanno gavetta. E sono pagati… Abbiamo creato una squadra dove ci fidiamo l’uno dell’altro”.

Perché le poesie di “Amore a tiratura limitata”?
“Il libro è nato da una separazione sentimentale, ho provato a canalizzare le sensazioni in altre forme d’arte. Non avevo mai pensato alle poesie, ma ho cominciato a scrivere e alla fine mi sono ritrovato con un volume notevole di materiale. Ho capito che potevo tirarci fuori qualcosa di buono. Non volevo che fosse una forma d’arte fine a se stessa, sterile. L’ho intesa come una missione, per incoraggiare le persone che hanno vissuto una separazione (un amore come un lutto) a riprendere in mano la propria vita. Magari trovando un lato artistico mai approfondito. La separazione è un pretesto per parlare di come ci si rialza, anche facendo cose che si pensava di non saper fare: è una risalita dagli inferi”.

Quando hai cominciato a scrivere?
“La prima è del 2 aprile 2015, il fatto era appena successo. Ho scritto per i primi sei mesi, poi ho cominciato ad aggiustare il tiro, rivedendo il lavoro”.

A quali sei legato?
“A molte: “Itaca”, “Atlante”, “Come formiche”. Oppure l’ultima, la centesima: “Se sapessi farlo ti scriverei una poesia”, è un modo per dire che non voglio prendermi troppo sul serio”.

Ti sei ispirato a qualche autore?
“Michele Mari, ma l’ho scoperto dopo, quando avevo già scritto il settanta per cento del libro… Una mia amica legge una poesia e mi dice: “Sai che mi ricordi tantissimo Mari?”. Mi ha fatto piacere il complimento e mi ha incuriosito. In realtà non conoscevo Mari, ho letto “Cento poesie d’amore a Ladyhawke”, l’unico che ha scritto”. Mi ci sono ritrovato per il percorso interno e per la brevità di testo”.

A chi diresti di leggere il tuo libro?
“E’ per chi abbia voglia di fare un viaggio alla scoperta di sé, un viaggio introspettivo. Sono poesie per chi ha deciso di dare il via a una rivoluzione umana”.

Ti sei mai esercitato in letture pubbliche?
“No, ma sto preparando lo stand up comico “Vale’, ma che ti reading?” per entrare in un’atmosfera più leggera”.