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SANTI, POETI E COMMISSARI TECNICI – recensione di Siby su Ze Buk

SANTI, POETI E COMMISSARI TECNICI – recensione di Siby su Ze Buk

Leggere che sport!

Quando entri in area nemmeno ci pensi che ci sono due compagni a pochi metri da te, tutti soli, pronti a fare un altro gol a porta vuota per merito tuo. É una specie di magia, dentro di te non è cambiato niente, sei sempre lo stesso, ma di fuori è diverso. Nessuno riesce a fermarti e tu adesso hai capito che devi andare fino in fondo.
Il portiere avversario è indeciso, esce dai pali ma esce male. Finti il passaggio al centro e lo fai accartocciare su se stesso e gli pieghi le gambe. Nessuno se lo aspettava che ti sarebbe venuta un’idea leggermente diversa. Non se lo aspettavano nemmeno in tribuna. Ma di questo non ti curi, perché sei tutto dentro i tuoi muscoli. Non sai come sia possibile, ma spari un missile all’incrocio dei pali e segni il primo gol della tua vita.

La recensione di Santi, poeti e commissari tecnici di Angelo Orlando Meloni

Durante il torneo calcistico la squadra famosa per essere la peggiore della provincia, quella che non vede un gol da anni, improvvisamente comincia a vincere.
Inspiegabilmente, senza ragione.
Merito della beata Serafina che predice addirittura il minuto esatto in cui avverrà l’azione decisiva per la vittoria.
C’è poi un ragazzino bravo, Garrincha lo chiama l’allenatore, ma non deve oscurare il figlio della famiglia più importante della città e quindi sta in panchina.
Un calciatore porta a compimento una vendetta che aspettava da anni contro un giocatore che ritiene colpevole della sua rovina e altre storie dove il calcio è sempre il protagonista che tira le fila dei personaggi di questo libro.

La mia opinione su Santi, poeti e commissari tecnici di Angelo Orlando Meloni

Santi, poeti e commissari tecnici è composto da sei racconti e non bisogna essere esperti di calcio per poterli apprezzare.

Il calcio è il simbolo sportivo di questo paese.
Persone che si passano la “fede calcistica” di padre in figlio, domeniche allo stadio, imprescindibili appuntamenti del calendario da non poter nemmeno lontanamente saltare e milioni di gadget con cui vestire i bimbi praticamente appena nati.
Ma il calcio merita tutto questa fede, passione, amore?
Secondo me no ma io non ne sono innamorata.

Lo amano tutti, invece, in questi racconti e l’amore è talmente assoluto che non finisce di fronte a nessuna difficoltà, intrallazzo o partita non giocata.
Il tifoso non vacilla mai, non demorde ma anzi si ammanta di una fede imperitura che lo scherma da qualsiasi bruttura investa il suo idolo.

In questi racconti troviamo tutto quello che riguarda il mondo del calcio, dalle scommesse alle partite truccate, dalle periferie dove si gioca per dare un senso ad una vita disgraziata fino allo stadio, quello vero e famoso, dove giocano gli quadroni.

Se amate il calcio sicuramente questo libro fa per voi ma anche se non lo amate troverete interessanti le strade scelte per raccontare uno sport molto, forse troppo, amato.
Buona lettura.

QUI L’ARTICOLO ORIGINALE:

L’AMORE PUZZA D’ODIO di Massimiliano Boschini – recensione su ZeBuk

L’AMORE PUZZA D’ODIO di Massimiliano Boschini – recensione su ZeBuk

L’amore puzza d’odio, Massimiliano Boschini

 

 

“Scrivo il tuo nome sulla spiaggia, amore baciato dal sole,
mi brucia la pelle,
mai come il cuore,
incosciente senza protezione,
incurante di ciò che accadrà domani.”

La mia recensione di L’amore puzza d’odio di Massimiliano Boschini

L’amore puzza d’odio è una raccolta di poesie scritta da un uomo rimasto ormai solo, accompagnato dalla bottiglia, che racconta la nascita di un amore, la passione e la fine dello stesso amore.
Il libro è diviso in quattro parti e attraverso le quattro stagioni racconta un grande amore:
– la nascita, l’apice, la vita e il decadimento.

Cinquantadue poesie come le settimane di un anno. La primavera raffigura il primo appuntamento, l’estate il viaggio di nozze, l’autunno i sogni che iniziano ad infrangersi fino ad arrivare all’inverno, che è la fine.
Un uomo che mette a nudo la sua anima, la tristezza ed il buio della fine, come una confessione di sentimenti raccontati senza freni ad un amico che non giudica ma che ascolta come il lettore.

La mia opinione di L’amore puzza d’odio di Massimiliano Boschini

“Ti scrivo un epitaffio,
amore caro,
morto e da oggi sepolto,
durato il tempo di qualche stagione:
a perenne ricordo,
sarai sempre nel cuore di chi ti visse.”

L’amore descritto dall’autore è come un fiore che sboccia e poi improvvisamente muore ed appassisce.
Lui e lei si incrociano ma sembrano non incontrarsi mai davvero. Di Lei sappiamo poco, perchè se ne va e lui si trova appunto solo come Ulisse senza Penelope.
Sembra che nella loro storia sia sempre mancato il pezzo che consente ad una coppi di durare in eterno.
Il titolo è un ossimoro dove l’odio diventa l’altra medaglia dell’amore e nonostante la fine che già si conosce non si riesce a non essere coinvolti e a leggere fino alla fine.

L’ossimoro  (dal greco ὀξύμωρον, composto da ὀξύς, «acuto» e μωρός, «ottuso») è una figura retorica che consiste nell’accostamento di due termini di senso contrario o comunque in forte antitesi tra loro. Esempi: disgustoso piacere, illustre sconosciuta, silenzio assordante, lucida follia, e appunto l’amore puzza d’odio.

Segnale che oltre alle poesie ci sono anche delle belle illustrazioni.

L’autore
Massimiliano Boschini nasce a Mantova a metà degli anni Settanta. Inquieto, curioso, pigro, eterno indeciso, è abituato a imbrogliare le carte, i pixel e le parole. Le etichette gli stanno strette: per questo non ama definirsi fotografo né poeta, preferendo di gran lunga il termine di “agitatore”, con il quale si confronta con il resto del mondo.

Buona lettura!

QUI L’ARTICOLO ORIGINALE:

https://zebuk.it/2019/09/lamore-puzza-dodio-massimiliano-boschini/