fbpx
Clicca sull’immagine per vedere la scheda del libro!

𝒯𝓊𝓉𝓉𝒾 𝒾 𝓁𝒾𝒷𝓇𝒾 𝒹ℯ𝓁𝓁𝒶 𝓂𝒾𝒶 𝓋𝒾𝓉𝒶 𝐔𝐧𝐚 𝐫𝐮𝐛𝐫𝐢𝐜𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐢 𝐥𝐞𝐭𝐭𝐨𝐫𝐢 🔖

Immaginate di essere il vostro piede quando sta all’interno di un calzino, tutto il piede dalla punta dell’alluce, passando per il tallone, salendo lungo la caviglia e la gamba fino ad arrivare a quella porzione di gamba stretta da un più o meno fastidioso elastico che circuisce il ginocchio: le dita poggiano di tanto in tanto su quella cucitura a ricordarti che anche lei c’è. La fattezza delle maglie, laddove il tallone dovrebbe stare a proprio agio, è tale da scivolare ora a destra e ora sinistra e farti avvertire quel mucchietto di stoffa di troppo ad ogni passo, o quasi. E quell’elastico? Troppo stretto per essere confortevole e non lasciare segni. Troppo largo perché il calzino non tenda ogni tanto a ricordarti che la forza di gravità è imbattuta ed imbattibile. Paula Horakovà consegna ad Ada Sabovà, la capacità di guardare il mondo stando appena sotto quel sottile riparo che è la stoffa di un calzino con le sue imperfezioni, stando dentro il proprio essere, ma appena sotto quella superficie di pelle d’uovo che le consente di sentire il cosmo che palpita al ritmo delle leggi regolatrici della fisica quantistica, di muoversi nello spazio e nel tempo cogliendo il continuum in cui siamo immersi. Ricercatrice, antropologa, donna con l’energia nei capelli e la sensibilità necessaria per scorgere i segnali che possono condurre ciascun essere umano all’interno del flusso proprio a lui destinato. Il figlio di Valerie scompare misteriosamente. Ada non può fare a meno di cercarlo, non tanto e non solo per mezzo di azioni finalizzate al suo ritrovamento ma piuttosto stando ancorata a ciò che alla sua vita accade mentre più o meno consapevolmente cerca Kaspar. Ada si fa guidare dagli eventi senza esserne mai vittima. La fisica di newton, quella in cui ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria non è il corretto paradigma a mezzo del quale interpretare ciò che agli uomini accade. E Ada lo sa. Sa che il solo atto di stare ad osservare produce una determinata realtà. Quindi reagire non occorre. Basta pensare e condurre il proprio pensiero lungo la via di ciò che si desidera. Ed in questo i sogni sono maestri. “Faccio un sogno. Volo attraverso un tunnel nello spazio interstellare. E’ facile, basta volerlo ed è necessario muoversi con cautela come sott’acqua, per non farsi travolgere dalle forze di azione e reazione”. La ricerca di Kaspar conduce Ada al ritrovamento della propria libertà e al compimento delle ragioni per cui lei stessa sta al mondo. “Le nostre occupazioni nel mondo esteriore servono a farci elaborare le parti corrispondenti della nostra interiorità”. Quello della Horakovà è il romanzo della coscienza collettiva, è la storia dei segnali deboli che attraversano le nostre giornate, è la dimostrazione che la sincronicità esiste e che posare sempre gli occhi sull’orologio alla stessa ora è un fatto che non dovrebbe essere trascurato come non dovrebbe essere trascurata la memoria legata a certi odori e lo stato d’animo che ne deriva. “Come è possibile che a persone diverse vengano le stesse idee?…. Spesso si inventano cose uguali nello stesso momento, solo in posti diversi……qualcuno direbbe che l’inconscio è maturo per un nuovo pogresso”.

Hai una libreria del cuore che suggerisci a chi ci legge?

Libreria Milton di Alba