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Con il numero 45 il Reportage entra nel suo dodicesimo anno, mantenendo ancora a 10 euro il prezzo di copertina e a 32 euro l’abbonamento annuo (sconto del 20% e spese di spedizione incluse). Il primo numero del 2021, l’Anno del Vaccino, apre con un’intervista molto importante all’intellettuale e giornalista Furio Colombo, che il primo gennaio ha compiuto 90 anni. Colombo ripercorre tutta la sua carriera, dai tempi dell’Olivetti e della Rai alla direzione dell’Unità, passando per la militanza nel Gruppo 63 e la sua lunga permanenza negli Stati Uniti. A registrare le sue “confessioni” è il giornalista del Fatto quotidiano, Giampiero Calapà.

Il primo reportage è quello che fornisce anche la foto di copertina e documenta un’insolita giornata tra i ladri di tombe della Valle dei Re in Egitto. Lo firma il fotografo americano Christopher Pillitz, che racconta la sua rischiosa esperienza. Paola Rizzi, invece, ripercorre i 50 anni di Ciudad Abierta, una sorta di “isola utopica” cilena, costituita nel 1970 da un gruppo di intellettuali, architetti, poeti e artisti del Cile, che resistette perfino ai duri anni di Pinochet. Il mastodontico progetto del Tren Maya, che dovrebbe tagliare a fette il Sud del Messico con 150mila chilometri di ferrovia, è l’oggetto del terzo reportage firmato da Vittoria Romanello, la quale dà voce alle popolazioni locali che temono una devastazione ambientale non solo per i lavori di realizzazione, ma anche per l’avvento di un turismo poco rispettoso delle risorse naturali (le foto sono di Heriberto Paredes).

Il portfolio di questo numero è dedicato al caporalato della mafia nigeriana nel Foggiano. Il fotografo Alessandro Zenti ha documentato il lavoro massacrante e la vita nelle baraccopoli degli immigrati, che per essere in grado di lavorare sono costretti a ricorrere al Tramadolo, conosciuto come la “droga del combattente”. Il reportage successivo – firmato da Gianluca De Bartolo – parla invece del Ruanda, il piccolo Paese africano che tenta di risollevarsi dal suo tragico passato. La novità è data dal completamento di un servizio di droni (primo Paese al mondo ad adottarli in questo settore) per il trasporto delle sacche di plasma e dei medicinali nelle zone rurali del territorio. Graziano Graziani, invece, ci porta nelle Azzorre sulle orme di Tabucchi, che qui ambientò “Donna di Porto Pym”. Di Nicola Zolin il reportage conclusivo, che racconta il rinnovato business, in Italia, della coltivazione, produzione e distribuzione della cannabis, soprattutto per uso terapeutico.

Non mancano le cinque recensioni librarie, la “Lettera Aperta” di Valerio Magrelli, la rubrica “Un autore, un libro” di Maria Camilla Brunetti, che questa volta conversa con Federica Sgaggio. Il racconto di questo numero è della scrittrice italiana Marta Cai, che da qualche tempo vive in Brasile. L’editoriale di Riccardo De Gennaro è dedicato alle ardue previsioni per il nuovo anno, la foto vintage che chiude come di consueto il numero ricorda il tentato golpe Tejero nel 1981 in Spagna, esattamente quarant’anni fa.