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Più di là che di qua – recensione di Massimo De Feo su Il manifesto

Più di là che di qua – recensione di Massimo De Feo su Il manifesto

Passeggiata in bicicletta con celebrità

Inforcata una bici un monaco buddhista tibetano si inoltra nel Bardo, dimensione in cui per 49 giorni viaggia l’anima del defunto in attesa di rinascere o di raggiungere l’illuminazione. Nel suo pedalare si imbatte in Garibaldi, Fausto Coppi, Omero, Gesù, Attila, Van Gogh, Dante, Karl Marx, Freud, Hitler, Santippe, Elvis Presley, Cleopatra… per citare solo alcuni dei 49 trapassati, tutti più o meno «illustri» e tutti confusi e perplessi, di cui riporta le peripezie. Nel Bardo non valgono le leggi dello spazio-tempo dei vivi, passato presente e futuro si intrecciano, si sovrappongono, e i ricordi di quanto si è fatto in vita non mollano facilmente la presa, annebbiando la mente. È la trama di «Più di là che di qua», ultimo scritto di Paolo Morelli (Miraggi edizioni, 170 pag. 16,15 euro). Di ogni deceduto viene riportata la data, il luogo e la causa della morte, e quando è possibile anche l’ora. «’Addio Totonno, non veggo più luce’ esalato l’endecasillabo sfranto Giacomo Leopardi s’è appressato alla morte il 14 giugno del 1837, alle 21 precise in vico Piero 2 a Napoli, tra le braccia di Ranieri Antonio, appunto». Dopo varie avventure calcistiche ed endecasillabi sempre peggiori, l’ex poeta infinito «riuscirà a intrufolarsi nella signorina Clemente Anna, la quale il 15 febbraio ’98 dava alla luce Antonio Vincenzo Stefano, meglio conosciuto come Totò».

Alighieri Durante, detto Dante, cerca di capire chi sono tutti questi arrabbiati con lui che gli vengono incontro. Che gli ha fatto? Non se lo ricorda. Johann Sebastian Bach si risveglia in un canneto. Gesù «ha esalato l’anima il 7 aprile dell’anno 30 dopo sé stesso, un retrogusto acetoso in bocca…».

I primi passi nel Bardo di Blaskó Béla Ferenc Dersö, in arte Bela Lugosi, sepolto con mantello di velluto nero e rosso, sono in un campo sterminato, coltivato ad aglio. «Ah no! Io qui non ci vivo neanche morto!». Per Karl Marx c’è il deserto rosso di Marte, landa senza una capitale, per Napoleone Buonaparte ovviamente il manicomio. Cristoforo Colombo è prigioniero di una banda di vichinghi. Cervantes e Shakespeare, morti entrambi il 23 aprile 1616, si ritrovano abbracciati l’un l’altro guardandosi in cagnesco. Adolf Hitler si porta appresso le ultime ore nel suo bunker, e ossessivamente cerca invano di suicidarsi di nuovo, con coltelli, veleni, cocci di bottiglia, salti nel vuoto… «non era certo un trionfo per la logica tentare di ammazzarsi per chi è già morto». Archimede di Siracusa fu ucciso veramente il 14 marzo del 212 a.C., ossia nel giorno del pi greco?

La testimonianza del monaco a un certo punto viene interrotta da un reportage dalla Moravia, regione della repubblica Ceca, di cui discutono Alberto Moravia, Elsa, Pierpaolo ed Enzo. In chiusura prende il via il Gran Premio del Mandala, corsa ciclistica di 40 km. Garibaldi va subito in fuga, il plotone guidato da Bach e Paganini lo riprende quasi subito. Il primo gran premio della montagna se lo aggiudica Lugosi su Savonarola. La corsa continua, scatti di Van Gogh, Dante e Salomone e via pedalando con Romolo, Elvis, Cleopatra, pioggia e vento contrario, cadute, inseguimenti, fino al circuito di Quintessenza dove si taglia il filo di lana caprina dell’arrivo.

«Più di là che di qua ha un che di psichedelico, si specchia nella dimensione dei sogni, a volte assurdi e sconclusionati, a volte profetici o misteriosi. I giochi di parole e i calembour abbondano, la fantasia straripa. L’autore si è chiaramente divertito in sella a questo libro, che rimanda alla Livella del Principe de Curtis lucidando la falce del Tristo Mietitore.

QUI l’articolo originale:

https://ilmanifesto.it/passeggiata-in-bicicletta-con-celebrita/

Più di là che di qua – recensione su Blow Up

Più di là che di qua – recensione su Blow Up

Per festeggiare lo stato di prolifica grazia in cui versa la sua prosa da qualche anno a questa parte, Morelli si concede un vagabondaggio oltre la soglia non oltrepassabile che divide perentoriamente in due le esistenze di noi tutti: il di qua della vita e il di là della morte. Nell’intercapedine, quello che i buddisti chiamano Bardo, l’interregno di 49 giorni prima dell’ingresso in nuovo corpo e via così. Se Saunders si era dilettato di buttarci Lincoln, in quella terra di mezzo, crogiolandosi (anche) nel lacrimevole dolore, Morelli prova ad attraversarla in bicicletta, inanellando una schidionata di incontri che si riappropriano delle salutari rughe della commedia, sorridendo di fronte all’imperscrutabile. Fedele alla strampalatezza, il nostro crea un pretesto ridicolo per violare il diaframma e dilagare tra le anime dei morti, millenarie o giovani che siano.

Che sia Elvis o Napoleone, Gesù o Omero, Nerone o Salomone, Hitler o Socrate; ma anche Totò, o Marx, Bela Lugosi o Luigi Malabrocca la celebre maglia nera del ciclismo eroico, il punto vitale sta sempre nella felicità dell’incontro. Non c’è mai abbassamento o sarcasmo, piuttosto una serena attenzione di sguardo, pronto al riso, certo, ma anche all’inevitabile malinconia della finitezza, a una salutare saggezza del non sapere.

Più di là che di qua – recensione di Anna Cavestri su LoScrivodaMe

Più di là che di qua – recensione di Anna Cavestri su LoScrivodaMe

Secondo un rito arcaico della religione tibetana chiamata “ divagazione o vagabondaggio dell’attenzione “ lo sciamano specializzato è in grado di fare dei veri e propri viaggi nell’aldilà , o meglio, può vedere nello stato post mortem delle persone.

Il protagonista esperto, monaco buddista, va nell’aldilà di alcuni personaggi famosi in bicicletta, che è un’altra delle sue passioni.

Ci sono delle condizioni affinché questo possa avvenire radicate in quella visione della vita e della morte di questa religione, il concetto viene chiarito nel libro.

I personaggi che vengono osservati nel momento della loro transizione, che ha una durata che è tutto un programma pure quella, sono i più diversi nei periodi più lontani e meno rispetto al nostro tempo.

Dice il monaco:” sono proprio le cose che non capiamo a tenerci vivi e non solo, per quanto mi riguarda quelle che capiamo o crediamo di capire più tempo ci mettiamo a capirle e più si allunga la vita…..”

E quindi troviamo Archimede, Lucrezia Borgia, Attila, Napoleone, Marx, Hitler, Elvis Presley, Freud, Frida Kalo e tanti altri a vivere situazione diverse da quelle che hanno vissuto.

Marx a dire che “ il lavoro è una funzione animale “, Freud rimasto piegato su se stesso, come un libro dal titolo: “L’interruzione dei sogni “ per esempio. E che dire di Dante che “appena giunto sull’altra sponda si è visto arrivare contro migliaia di persone illustri e sconosciute ma tutte arrabbiate…..che lui non ricordava cosa gli aveva fatto…”

E tanto altro.

Il libro l’ho trovato originale e divertente. Questo “ritorno in vita “, che è quasi una ritorsione per i personaggi presi in considerazione è interessante e pieno di riferimenti letterari e culturali. .

Ed è anche l’occasione per ripassare la storia, in cui i personaggi sono esistiti o per scoprirne altri di cui magari si è solo sentito nominare.

È un libro molto originale, una lettura piacevole.

QUI l’articolo originale: