Un progetto multi-format che esprime la voglia dei protagonisti di esprimersi con più mezzi. “L’ora delle distanze” (Riff Records / the house of love) ispirato all’omonimo romanzo illustrato (Miraggi Edizioni) uscito lo scorso settembre (disponibile per acquisto qui e qui) è il proseguimento in musica della pubblicazione dell’omonimo romanzo illustrato. A cantare sono Lory Muratti e Andy Bluvertigo in un mondo in bianco e nero raccontandoci di una fuga-rifugio verso la dimensione parallela delle “Distanze”.
“L’ora delle distanze” è un viaggio psychofantasy, dark e pop al contempo in cui musica, letteratura e pittura si fondono. Un libro scritto da Lory Muratti, ispirato e illustrato dai quadri visionari di Andy e due brani realizzati a quattro mani che compongono il doppio Lato A dell’omonimo 45 giri.
Il lato B del singolo, “La caduta” (in uscita sulle piattaforme digitali l’8 novembre 2024) ci porta nel cuore di quella “contro-realtà” fatta di personaggi post-punk, glamour e rock’n’roll, coloratissimi, irriverenti e imprevedibili. Figure che diventano specchi di quello che siamo. Presenze che abitano nelle profondità della mente del protagonista e di tutti coloro che vorranno lasciarsi cadere in un vortice luminoso perché, come recita il testo della canzone: “Se le cose cadono, non è molto strano che io abbia in mente te che ti sai rialzare”. Un progetto fuori dagli schemi, nato dalla voglia di “immaginare un presente dove i sogni e il colore resistono contro una realtà sempre più corrotta e in bianco e nero”.
Un lavoro interdisciplinare che si appresta a diventare anche un evento live in equilibrio tra concerto, teatro, installazione e Dj set. Un’esperienza multimediale pensata per coinvolgere più sensi e per essere vissuta in profondità. I due autori raccontano: “Le voci arrivano sempre più chiare. Non sono più solo e proseguo verso nuovi incontri e nuove speranze che tengono impegnate la testa e le mani con le quali mi diverto a disegnare per aria. Adesso che ricordo di saperlo fare, non ho più alcuna intenzione di smettere. Ci sono notti in cui gli oggetti cadono e questa è decisamente una di quelle.”
Lory Muratti è scrittore, musicista, regista, attore e dj. Nel 2005 pubblica il romanzo d’esordio “Valido per due” a cui fa seguito il libro+disco “Hotel Lamemoria” (2007) entrambi editi sotto lo pseudonimo “Tibe”. Musica e narrativa continuano a incontrarsi nelle sue opere con i successivi “Scintilla” (2013), “Lettere da Altrove” (2020) e “Torno per dirvi tutto” (2022). Sul fronte visivo si occupa di video-arte e videoclip musicali. Le sue installazioni come sound designer lo hanno portato fino a “Luminale Frankfurt 2010” e “Biennale di Venezia 2011”. Sviluppa i suoi progetti all’interno del laboratorio creativo e casa di produzione “the house of love” che dirige in un ex ricovero barche affacciato sulle sponde del Lago di Monate. Andy è musicista, pittore, dj e produttore. Nei primi anni ’90 fonda con Morgan i “Bluvertigo” con i quali pubblica tre album, un disco live (MTV Storytellers) e una raccolta di successi conquistando un “MTV Music Awards” e rendendosi protagonista di numerosi tour, cinque partecipazioni al Festival di Sanremo e altrettante al concerto del Primo Maggio. Opinionista televisivo, dj nei club e nei festival di tutta Italia, produttore di band emergenti, è da sempre attratto dalle arti figurative. L’originale rappresentazione della contemporaneità attraverso l’uso del colore fluorescente, centro vitale della sua diversificata produzione artistica, gli ha consentito di raggiungere un successo internazionale valendogli collaborazioni con marchi quali Coveri, Carlsberg, Iceberg, Redbull, Fiat, Huawei e molti altri.
L’ora delle distanze è un progetto ambizioso e visionario che fonde musica, arte visiva e letteratura in un racconto unico. Nato dalla collaborazione tra Andy e Lory Muratti, il progetto esplora tematiche di evasione, decadenza e resistenza creativa, e diventa un manifesto che riscrive le regole dell’arte contemporanea, strizzando l’occhio all’immaginario underground. Attraverso un mix di linguaggi che spaziano dal dark al pop, i due artisti hanno creato un’opera che invita il pubblico a immergersi in un universo surreale, dove sogni e colori cercano di sfuggire a una realtà corrotta e monocromatica. In questa intervista, Andy e Lory ci raccontano il percorso dietro la creazione, e il potere trasformativo dell’arte e della musica nella loro visione del mondo.
Il vostro progetto è descritto come un’opera che combina musica, letteratura e arte visiva. Come avete sviluppato l’idea di unire questi tre linguaggi in un unico racconto? Andy: L’idea è nata proprio dalla condivisione dei tre linguaggi. Mi sono sempre occupato di musica e pittura, Lory di musica e scrittura. Unendo le forze abbiamo creato la sinergia dentro la quale ognuno ha potuto ottimizzare le proprie risorse. Lory: Credo si possa dire che il nostro linguaggio è per sua natura “multidisciplinare”. Quando ci confrontiamo non lo facciamo solo da musicisti o aprendo un dialogo tra scrittore e pittore. Ci siamo sempre sentiti partecipi di un immaginario condiviso. Per questo è stato del tutto naturale dare vita a un progetto che ha più volti e più anime, ognuna delle quali rappresenta una parte di noi.
Nel comunicato stampa si parla di un presente in cui sogni e colori resistono a una realtà corrotta e in bianco e nero. Quale significato assume questo contrasto nel vostro progetto? Andy: Sogni e colori nella dimensione delle “Distanze” narrata nel libro rappresenta una possibilità di risoluzione, la necessità di mettere a fuoco il disagio ingrigito al quale crediamo sia possibile dare nuova forma e colore. Lory: Il mondo delle “Distanze” rappresenta per il protagonista la fuga da una realtà divenuta insostenibile, ma anche la cura, il rimedio, la possibilità di mantenere vivo il sogno viaggiando in profondità per poi tornare al bianco e nero e provare a invertire la rotta. Infondere nuovo colore è la metafora che abbiamo voluto usare per rappresentare la speranza.
La storia di “L’ora delle distanze” si svolge in una “contro-realtà” popolata da personaggi post-punk, glamour e rock’n’roll. Come avete costruito questo universo surreale e qual è il suo rapporto con la nostra realtà? Andy: Ho sempre rappresentato all’interno dei miei quadri una serie di personaggi che mi hanno ispirato. Dagli amici della vita reale ai grandi miti dello spettacolo. Lory ha articolato la storia dando a loro uno specifico ruolo di svolgimento. Lory: Come dicevo, le “Distanze” sono la cura, il rifugio salvifico e come tali fanno da contraltare al piano di realtà. I personaggi che li popolano, come dice Andy, sono figure reali che, traslate in una dimensione parallela, diventano i perfetti custodi e animatori di quel rifugio psichedelico.
Il romanzo è definito un “viaggio psychofantasy, dark e pop”. Come avete bilanciato questi elementi nei testi e nelle illustrazioni per mantenere coerenza narrativa e visiva? Andy: Il romanzo parla di un viaggio lisergico che nasce grazie a una trasfusione di musica e colore nelle vene del protagonista. La realtà in bianco e nero, decadente e corrotta, è in contrappunto con la dimensione fluorescente dei dipinti. Le illustrazioni esistevano già, i testi hanno permesso la connessione del viaggio. Lory: Come avviene nel nostro “mescolare arti e mestieri” allo stesso modo le suggestioni si influenzano e bilanciano reciprocamente. I dipinti di Andy, diventati illustrazioni nel libro, sono lo scenario dentro il quale si svolge la storia e dove i personaggi da lui immaginati hanno preso vita nella mia narrazione. I toni dark, pop, psycho ed ogni altra sfumatura rintracciabile nel libro (e nei testi delle canzoni che abbiamo realizzato in parallelo) non sono altro che la naturale rappresentazione dell’essenza di quei personaggi e del modo in cui si muovono nelle Distanze o, nel caso del protagonista “Fluon”, tra Distanze e realtà.
Nel libro emergono temi come il desiderio di evasione, la decadenza e la lotta contro il vuoto interiore. Quali esperienze personali o osservazioni del mondo vi hanno ispirato a esplorare queste tematiche? Andy: Più che evasione, penso che sia maggiormente presente il desiderio di immersione e riflessione su ciò che avviene dentro di noi, utile a trasformare ciò che avviene fuori da noi. Lory: Sono perfettamente d’accordo nel dire che il viaggio è dentro noi stessi. È da lì che abbiamo deciso di partire per provare a rileggere un presente che, in molti modi, non ci rappresenta e non rispecchia nemmeno gli ideali per i quali abbiamo sempre vissuto e lottato. Ricostruire immaginando piuttosto che fuggire è la strada che abbiamo deciso di condividere con chi desidera avvicinarsi a questo lavoro.
Il videoclip del singolo è stato girato a San Diego e mostra una realtà colpita dall’indigenza. Come si collega questa scelta visiva con i temi trattati nel libro? Andy: A mio parere gli Stati Uniti rappresentano la forma più grave di avvilimento dell’essere umano. La disuguaglianza determinata dal denaro e dalla continua menzogna sociale ”pseudo democrazia” o “sogni da inseguire”, diventa uno spaccato perfetto per la narrazione. Lory: È quella una realtà che ci sta a cuore raccontare e che basta osservare da vicino (anche incontrando e parlando con chi la vive) per rendersi conto che è più vicina e “possibile” di quello che siamo portati a immaginare. Molte di quelle persone vivono le nostre stesse lotte quotidiane e questo fa comprendere quanto il contesto, certe scelte, ma soprattutto la mancanza di supporto da ciò che ti circonda, possa influire sulla tua vita. È stato il punto di partenza per immaginare il bianco e nero in cui si apre il romanzo.
Il personaggio protagonista sembra trovarsi in una costante ricerca di identità e riconciliazione tra il sé interiore e il mondo esterno. Quanto di voi stessi avete riversato nel protagonista? Andy: Per quel che mi riguarda c’è un parallelo quotidiano tra il protagonista del romanzo e quello che vivo. A tratti sembra un’autobiografia psicotica. Lory: Ho chiaramente pensato molto a Andy scrivendo di Fluon, ma alla fine non vi è narrazione che non venga influenzata anche dallo stato d’animo e dalla storia personale di chi scrive. Penso che il tratto del protagonista che riguarda di più entrambi sia la sua tenacia, il desiderio di tenere vivo il sogno.
Il progetto include anche un’esperienza live che mescola concerto, teatro, installazione e DJ set. Come immaginate che questo approccio multimediale arricchisca la fruizione del pubblico? Andy: Stiamo per costruire uno spettacolo multidisciplinare perché ci rappresenta, perché siamo creativi in diverse discipline. Penso che sia un modo interessante e divertente di avvicinare il pubblico al romanzo. A mio parere spesso le presentazioni di libri, salvo rari casi, sono avvolte da un alone di noia che non vorrei mai nel nostro caso. Lory: Ho sempre amato far dialogare musica e narrativa e creare spettacoli a cavallo tra teatro e concerto. Con questo lavoro condiviso credo ci spingeremo anche oltre per avventurarci, assieme al pubblico, nel cuore della narrazione.Il libro è ricco di immagini potenti, tra cui il riferimento al “vento pieno di nuova speranza” e alle “strade smarrite nei colori”. Come avete utilizzato l’immaginazione per costruire questi paesaggi emotivi e visivi? Andy: Durante le esperienze meditative o le pratiche di alterazioni dello stato di coscienza si vive spesso la sensazione di essere avvolti da un vento forte o da strade che, a un certo punto, non hanno più una direzione precisa e si perdono nei colori. Oltre all’immaginazione c’è quindi un lato esperienziale che mi permette di riconoscermi all’interno della narrazione di Lory. Lory: Nel momento in cui si è compartecipi dello stesso immaginario, certe suggestioni affiorano in autonomia alla coscienza. Personalmente quando inizio a scrivere so qual è la strada da percorrere (la scansione cronologica degli eventi e il divenire narrativo), ma non ho la più pallida idea di quali immagini mi raggiungeranno, adatte a descrivere quel flusso di eventi che diventa inevitabilmente anche un flusso di coscienza.
Guardando al futuro, vedete “L’ora delle distanze” come un progetto isolato o come il punto di partenza per ulteriori collaborazioni artistiche tra voi? Andy: Vedo il progetto come il risultato dell’abbattimento dei tempi tecnici e dei problemi aggiunti. Un altro modo per quel che mi riguarda di concretizzare le idee. L’entusiasmo dell’editore, del discografico e la complicità con Lory mi fa sognare una continuazione. Lory: Ritrovarsi a condividere un percorso in modo così spontaneo, alimentando e arricchendo vicendevolmente il risultato finale è cosa preziosa e ha una forza difficile da spiegare a parole. Innescare questo tipo di sinergie, per mia esperienza, è cosa piuttosto rara e mi fa quindi auspicare che questo progetto sia il primo capitolo di un lungo viaggio condiviso.
Il 17 settembre è uscito in libreria, in radio e in digitale “L’ora delle distanze”, romanzo edito da Miraggi Edizioni, ma anche titolo del singolo pubblicato da Riff Records. Gli artefici di questo splendido lavoro che unisce letteratura, pittura e musica, sono Lory Muratti e Andy dei Bluvertigo. Un progetto sui generis molto affascinante, “un viaggio psychofantasy, dark e pop”. Lory Muratti ha scritto il libro ispirandosi ai quadri visionari di Andy, e insieme i due artisti hanno scritto e arrangiato il singolo omonimo. Un lavoro molto potente, di cui abbiamo parlato con i diretti interessati per avere ulteriori approfondimenti.
Ciao Lory, ciao Andy, iniziamo parlando di voi due: vi conoscete da tanto tempo? So che nel 2007 Andy partecipò con un assolo di sax al disco “Hotel Lamemoria” di Tibe, il nome che usava Lory a quel tempo.
ANDY: Ci conosciamo da molto prima, intorno agli anni 2000. Il soggetto del libro nasce in quegli anni e poi è stato sviluppato nel tempo. Ho iniziato a frequentare Lory grazie agli H Park: sviluppavamo contemporaneamente il discorso di casa-laboratorio, ovvero posti condivisi in cui ognuno, con la propria competenza e la propria passione, poteva unire le forze e creare una sinergia: artisti, musicisti, fonici, allestitori, videomaker, ecc. L’idea era quella di lavorare in collettivo, io con Reset House e successivamente con il laboratorio Flu-On, e Lory con gli H Park. Ci siamo subito trovati in linea come modo di vivere e di concepire la creatività, ed è bello ritrovarsi ora da vecchi ed essere ancora più entusiasti di questo, perché finalmente, unendo le forze, è venuto fuori un libro vero e proprio, stampato, cartaceo. È un bellissimo momento di condivisione.
La sinergia tra voi due si sente molto. Il protagonista del libro si divide a metà: di giorno è il Pusher del Colore, in un mondo in bianco e nero, mentre di notte diventa Fluon. Sembra un vostro alter-ego.
ANDY: Sì, con tutte le nostre psicosi. A tratti sembra un’autobiografia, io mi sento molto rappresentato all’interno del racconto, non è solo l’aver fatto i dipinti che hanno mosso il decorso narrativo.
LORY: L’idea era proprio di raccontare di questo alter-ego di Andy, che lui aveva immaginato dando un nome al personaggio, ma anche al suo laboratorio in quel periodo, Flu-On appunto. Poi è chiaro che in ogni narrazione l’autore finisce col mettere degli aspetti del sé. Fra l’inizio del libro, il mondo in bianco e nero, e l’immersione nel colore nel mondo delle Distanze, quindi tra il Pusher del Colore e il Fluon notturno nella sua massima manifestazione, c’è un po’ di legame con quello che noi siamo. Io mi riconosco molto nell’incipit del libro, dove emerge un po’ di più la mia sensibilità rispetto alle cose che mi circondano e il modo che ho di guardarle. Ma nella parte in cui viene descritta la trasfusione del colore che porta all’immersione nel mondo delle Distanze, dove compare Fluon nella sua versione più intima, mi sono calato nei panni di Andy-personaggio, dell’Andy in una sorta di Cartoonia, cioè quel luogo-non luogo in cui io ho immaginato di calarmi i suoi dipinti per far muovere i personaggi che lui disegna come se fossi nei suoi panni. In questo processo c’è stata una forma di simpatica schizofrenia: io sono uscito un po’ da me per entrare in lui e contestualmente i suoi personaggi sono diventati simbolicamente delle marionette da far muovere per me in maniera molto stimolante.
Il libro inizia con una frase potentissima, che è anche il primo verso del brano “L’ora delle Distanze”, ovvero “un mondo annoiato dai sogni è un mondo da far saltare per aria”. Mi trovo d’accordo con questa affermazione, mi reputo anche io una sognatrice. Andando avanti, i versi dicono “noi invece, stupidi idioti, ci siamo rimessi di nuovo al lavoro […]”: gli “stupidi idioti” sarebbero i sognatori?
LORY: Ovviamente è provocatorio, non c’è un giudizio, è un darsi dello stupido da solo, perché ci si ostina a portare avanti una missione matta, della quale non si può fare a meno. Anche se il mondo attorno è completamente corrotto verso altre direzioni, lo stupido idiota si mette di nuovo al lavoro, anche se non lo pagano, va avanti imperterrito.
ANDY: In realtà il sogno e la visione sovrastano il lamento, molto spesso siamo contornati da una sorta di malcontento, ma nella consapevolezza di questo profondo grigiore o desolatezza, noi ci sentiamo colorati, non ci risuona il lamento.
LORY: Siamo consapevoli che le cose non vanno bene, ma senza soccombere a questa evidenza, la descriviamo per andare avanti. Anche il videoclip ha questo tipo di intenzione: non vuole essere pesante nell’accezione del dover fare i depressi perché qualcosa non va per il verso giusto, è prendere coscienza di questo, per poter andare comunque avanti. Non è un’accusa fine a se stessa.
ANDY: È il primo step del 45 giri, indica l’inizio del libro, per questo il video è prevalentemente in bianco e nero. L’altro lato del 45 giri con l’altra canzone “La caduta” sarà invece l’immersione in questa Cartoonia che io ho sempre cercato di visualizzare nel mio modo di dipingere. Non faccio parte di quegli artisti di arte contemporanea con un concetto profondo, non faccio arte concettuale, faccio pop art. Ho sempre definito la mia pittura come una realtà parallela a Cartoonia, e con la narrazione del libro Lory è riuscito a trasformare il percorso pittorico, anche con dipinti che avevo dimenticato di aver fatto, e ha dato loro un senso, ha creato il fil rouge di una vicenda che si muove all’interno dei quadri.
È disponibile in libreria, in radio e disponibile in digitale “L’ORA DELLE DISTANZE”, il romanzo edito da Miraggi Edizioni e l’omonimo singolo, pubblicato da Riff Records: https://linktr.ee/muratti_andy È online anche il videoclip del brano visibile al seguente link:
LORY MURATTI & ANDY DEI BLUVERTIGO tornano assieme sulle scene con un libro illustrato e un 45 giri che compongono un progetto fuori dagli schemi nato dalla voglia di “immaginare un presente dove i sogni e il colore resistono contro una realtà sempre più corrotta e in bianco e nero”. “L’ora delle distanze” è un viaggio psychofantasy, dark e pop al contempo in cui musica, letteratura e pittura si fondono. Un libro scritto da Lory Muratti, ispirato e illustrato dai quadri visionari di Andy che è anche un disco: un 45 giri (disponibile da Ottobre su vinile colorato) anticipato dal primo omonimo singolo. Il testo del brano è direttamente estrapolato dalle pagine del libro e riecheggia nelle immagini del videoclip, diretto da Lory Muratti e girato a San Diego. È lì che i due artisti hanno voluto raccogliere un documento visivo che racconta di una nuova, dilagante indigenza. Come loro stessi raccontano: “Ci siamo mossi fra strade che hanno smarrito i colori e si sono riempite di persone che non hanno più nulla. Lì abbiamo immaginato una realtà parallela, un mondo surreale dove soffia un vento pieno di nuova speranza”. Partendo da qui, Muratti e Andy si sono messi idealmente in viaggio verso “Le distanze”, luogo-non luogo in cui si svolge la storia che hanno raccontato, con parole, musica e visioni, tra le pagine del libro e nel singolo che ne accompagna l’uscita. Prende così vita un avvincente racconto ambientato in una “contro-realtà” fatta di
personaggi post-punk, glamour e rock’n’roll, coloratissimi, irriverenti e imprevedibili. Un’opera inconsueta nata dentro un immaginario che i due hanno a lungo condiviso fino a trovare il momento adatto per dare voce a un comune sentire. Un progetto che si appresta a diventare anche un evento live in equilibrio tra concerto, teatro, installazione e Dj set. Un’esperienza multimediale pensata per coinvolgere più sensi e per essere vissuta in profondità.
Lory Muratti è scrittore, musicista, regista, attore e dj. Nel 2005 pubblica il romanzo d’esordio “Valido per due” a cui fa seguito il libro+disco “Hotel Lamemoria” (2007) entrambi editi sotto lo pseudonimo “Tibe”. Musica e narrativa continuano a incontrarsi nelle sue opere con i successivi “Scintilla” (2013), “Lettere da Altrove” (2020) e “Torno per dirvi tutto” (2022). Sul fronte visivo si occupa di video-arte e videoclip musicali. Le sue installazioni come sound designer lo hanno portato fino a “Luminale Frankfurt 2010” e “Biennale di Venezia 2011”. Sviluppa i suoi progetti all’interno del laboratorio creativo e casa di produzione “the house of love” che dirige in un ex ricovero barche affacciato sulle sponde del Lago di Monate. Andy è musicista, pittore, dj e produttore. Nei primi anni ’90 fonda con Morgan i “Bluvertigo” con i quali pubblica tre album, un disco live (MTV Storytellers) e una raccolta di successi conquistando un “MTV Music Awards” e rendendosi protagonista d i numerosi tour, cinque partecipazioni al Festival di Sanremo e altrettante al concerto del Primo Maggio. Opinionista televisivo, dj nei club e nei festival di tutta Italia, produttore di band emergenti, è da sempre attratto dalle arti figurative. L’originale rappresentazione della contemporaneità attraverso l’uso del colore fluorescente, centro vitale della sua diversificata produzione artistica, gli ha consentito di raggiungere un successo internazionale valendogli collaborazioni con marchi quali Coveri, Carlsberg, Iceberg, Redbull, Fiat, Huawei e molti altri.
Un libro, un 45 giri e le illustrazioni dell’ex tastierista dei Bluvertigo. «Si può restituire colore a un mondo che pare ormai annoiato dai sogni»
Il disco e il libro illustrato “L’ora delle distanze”, un viaggio psichedelico per riappropriarsi della capacità di sognare.
Scorrono le immagini di un videoclip. Una San Diego in bianco e nero, piatta, anonima, quasi non esistesse distinzione fra il giorno e la notte. Auto della polizia agli angoli delle strade, bolidi che sfrecciano sull’asfalto, esseri umani che si aggirano sui marciapiedi come angeli smarriti, senza un paradiso al quale ritornare. Ma quel luogo “dove” esiste ed è il momento di rientrarvi per sfuggire a un mondo ormai annoiato dai sogni. Quell’altrove, ci rivelano Lory Muratti e Andy, si chiama Distanze. Un paradosso, ma è proprio tale cortocircuito logico alla base di “L’ora delle distanze”, nuovo progetto dell’artista varesino, prodotto da The House of Love, che ha trovato il partner ideale nel tastierista e fondatore dei Bluvertigo per dare un’ulteriore dimensione al proprio poliedrico percorso. Un libro (Miraggi Edizioni), un disco (Riff Records) e un videoclip diretto dallo stesso Muratti come da anni nella sua urgenza creativa, ma questa volta, la pagina scritta è accompagnata da illustrazioni del suo co-autore, anche apprezzato esponente della pop art contemporanea. L’incontro con i due artisti è l’occasione per raccontare un progetto affascinante e per comprendere questo paradosso: «Nella vita reale le distanze sono ciò che ci tiene lontani, ma nel mondo evocato da quest’opera hanno il valore opposto, sono quell’altrove nel quale recuperare i colori del proprio essere vivi», affermano all’unisono perché mai come in questo caso si può parlare di arte a due voci nella quale si miscelano sensibilità che hanno trovato il loro punto d’incontro in quest’opera.
Urge un passo indietro, a una notte dell’inverno 2008 nella quale Andy e Lory si trovano esclusi dal mondo da una nevicata: «Avevo un soggetto per un cortometraggio – spiega Andy – che immaginava un protagonista proiettato all’interno dei miei quadri, in quella che ho sempre considerato una personale Cartoonia. Quella notte ne parlammo e l’idea rimase, mai veramente sopita ma pronta a trovare concretezza in un momento preciso». Aprile 2024: ecco l’ispirazione, un filo rosso narrativo che il Muratti scrittore ha colto in quadri che «per me – spiega Andy – erano opere non connesse fra loro, archiviate da anni» ma «figlie tutte della sua sensibilità», aggiunge Muratti. E così (ri)nasce Fluon, nome che ha un peso nella storia artistica di Andy. È lui il protagonista del libro, il “pusher del colore” che, incaricato da una donna misteriosa al telefono, porta note cromatiche in esistenze in bianco e nero. Ma, quando la giornata termina, Fluon ha bisogno di rigenerarsi con un viaggio in un luogo fatto di colore chiamato Distanze. E a introdurlo, per due musicisti, non poteva che essere un brano secondo una formula inedita: quella di un 45 giri in vinile, pubblicato lo scorso 4 ottobre, che fa idealmente da copertina attraverso la title track e da retrocopertina con il lato B dal titolo “La caduta”. «La fruizione lato A-libro-lato B può essere un buon percorso», spiega Andy e gli fa eco Muratti: «Solitamente il mio concept disco-libro era basato sulla complementarietà, mentre in questo caso i due feticci si completano». E il termine feticcio non è casuale, perché si parla di oggetti fisici che fanno da punto di contatto fra il mondo reale e quello creato dagli artisti: «È proprio questo il percorso del quale parliamo, non c’è la pretesa di lanciare messaggi – osserva Andy -. Semmai il proposito è quello di invitare chi si avvicinerà a “L’ora delle distanze” a compiere con noi un viaggio nella propria interiorità per uscire dalla decadenza che ci circonda e recuperare i colori del proprio essere umani. Perché, non è scontato, è possibile farlo». In un passaggio di “L’ora delle distanze” Lory Muratti e Andy affermano: «Qui nella controcorrente ci sentiamo gli stessi di prima ma siamo danneggiati». Ecco, forse, attraverso questo viaggio psichedelico, si può provare a riparare un po’ di quel danno.
Il mondo va ripensato anche dalle donne, e non solo per ciò che le riguarda: infatti non c’è niente che, riguardando le donne, non riguardi anche gli uomini.
La ceca Radka Denemarková costruisce un romanzo fluviale su più piani narrativi che è un atto d’accusa contro i totalitarismi.
La Cina è uno splendido campo di concentramento dal confini impermeabili, la Cina e un giardino fiorito, e non è una contraddizione», grida un’artista nel corso di uno del tanti incontri del peculiare diario di viaggio nell’anima dell’Europa e nell’anima di un pezzo d’Asta» di Scrittrice, la protagonista del ro manzo Le ore di piombo, Radka Denemarková, apprezzata intellettuale ceca, non sfuggite certo i temi controversi. Versatile autrice che vuole «svincolarsi dalle catene della mia lingua, del mio sesso, del mio Paese e della mia epoca », Denemarková è una delle voci più originali dell’attuale letteratura ceca. Arriva ora nelle librerie il violento atto d’accusa Le ore di piombo, con cui Denemarková ha vinto nel 2019, per la quarta vol-ta, il più importante premio letterario ceco, Magnesia Litera. Monumentale alfresco narrativo traboccante di riferimenti culturali, Il romanzo riprende nel titolo una poesia di Emily Dickinson sui momenti fatali che trasformano i destini individuali. Fatale ha del resto un duplice significato: il piombo è una sostanza che avvelena lentamente. Denemarková stessa ne ha paragonato la scrittura alla costruzione di un tempio. Le ore di piombo è un ro manzo che ricorda l’arte raffinata della calligrafia cinese. L’ampiezza e la densità del testo hanno rappresentato una sfida editoriale vinta sia per l’editore che per l’ammirevole traduttrice.
Abbiamo di fronte un’opera che si dilata nello spazio e nel tempo, basata sulle vicende di una serie di personaggi che esplorano variazioni esistenziali della stessa situazione: Scrittrice, Programmatore, sua moglie e la figlia Olivie, Amico, Marziano e la sua famiglia, Diplomati-co, Ragazza Cinese e Madre Cinese, Avvocato, Studentessa America-na, Pittore, Arrampicatore. Sulle pagine del romanzo si dipanano sotto lo sguardo attento della polizia segreta cinese, ambigui e spesso patologici legami, piccoli intrighi quotidiani e scambi di parole prive di contenuto. Il destino di questi lugubri personaggi è quello ti trovarsi di fronte alla loro ora del la verità, che per qualcuno porterà a scene di violenza familiari o alla fuga verso oriente, per altri alla dittatura dei rituali domestici o anche a un braccialetto spia. Più che un romanzo sulla Cina, abbiamo di fronte uno specchio, una luce sconsolata puntata sul labirinto di rap porti servili che legano gli europei alla Cina, che spesso mascherano solo sete di profitto.
E possibile resistere in «un’epoca in cui qualcosa di essenziale sì sta sfaldando e trasformando»? È giunta per la cultura europea l’ora fatale? Di fronte all’onnipresente paura della società cinese torna attuale la questione della battaglia spesso vana contro la propaganda (anche russa) e in favore dei diritti umani, qui personificata dal lascito ideale di Václav Havel. Dopo ripetuti soggiorni a Pechino, certo non sorprende che l’autrice sia stata bandita dal Paese per i suol contatti con la locale scena dissidente del manifesto Charta 08, che si rt-collegava alla cecoslovacca Charta 77. In quella che è forse la più inquietante linea narrativa del romanzo, per colpa di Scrittrice quest’eredità contagia Ragazza Cinese, ma la sua rivolta conduce solo alla sua esecuzione, dopo l’asportazione del reni, merce pregiata sul mercato nero degli organi. La persecuzione dei “non rieducabili” come lei si svolge davanti all’indifferenza generale, rimarcata dalle reiterate conversazioni da salotto de gli europei che contano: «Gradisce un altro bicchiere? E la sua prima volta in Cina? Com’è andato il volo? Le piace la Cina?-. In questo squallido panorama di maschi predatori e donne superficiali sembra no tutti concentrati sulla propria scalata sociale, Tra le pochissime eccezioni, Olivia e David, giovani outsider sui quali si riflettono le malattie del presente. Sulla propria pelle vivono invece la minaccia alla libertà le gazze azzurre che combattono nei cieli una battaglia impari con le cornacchie nere (‘on-nipresente polizia segreta?), e il gatto millenario Arancio e il suo discepolo Mansur, che attraversano la storia, osservando i travagli dell’uomo con sempre maggiore disincanto.
Radka Denemarková descrive un’umanità moribonda, che avreb be urgente «bisogno di una trasfusione» perché «nel suo sangue circolano liberamente i virus dell’anti-semitismo e del razzismo. La narrazione avanza per microsituazioni, per accumulazione di storie, ognuna delle quali avrebbe potuto rappresentare materiale sufficiente per una novella. Anche per questo Scrittrice può affermare a buon diritto che «probabilmente non troverò mai più l’energia per scrivere un libro come questo».
La civiltà in parole: “La vita ti scaglia addosso i suoi temi con violenza. Le parole che in Europa piovono da ogni dove non significano niente. Le parole che in Cina si pesano su bilance minuscole significano vita o morte”.
Un riparo insalubre: “Rifiutare il senso di protezione in cui ti culla l’ignoranza, questo è il fine; l’ignoranza è una strategia di sopravvivenza, la più efficace”.
La saggezza del Maestro: “La via è ciò da cui, neanche per un istante, ci si può allontanare. Se fosse possibile allontanarsi da essa, non sarebbe la via”.
È in libreria dal 30 Ottobre Ore di piombo di Radka Denemarková (Miraggi edizioni 2024 pp. 928, € 36, con traduzione dal ceco di Laura Angeloni).
L’autrice è una delle più note scrittrici ceche contemporanee e una delle voci politiche più apprezzate del paese. Ha studiato letteratura tedesca e boema all’Università Karlova di Praga ed è ricercatrice presso l’Istituto di Letteratura Ceca dell’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca. Altri libri pubblicati in italiano sono: I soldi di Hitler(Keller, 2012) e Contributo alla storia della gioia (Sovera, 2018), entrambi tradotti da A. Zavettieri.
Ore di piombo è un romanzo che ci aiuta a comprendere la Cina di oggi, ma che forse ci farà scoprire ancora di più su ciò che siamo noi e la nostra Europa.
Un romanzo straordinario che non solo ci offre una finestra sulla Cina contemporanea, ma che potrebbe rivelarci ancor di più su chi siamo noi e sulla nostra Europa.
Una galleria di personaggi simbolici -un imprenditore ceco con la moglie e la figlia adolescente, un Diplomatico, un Programmatore, una Studentessa americana, un Amico, una Ragazza cinese-intrecciano le loro vite nel cuore della Cina.
Animati dal desiderio di una nuova esistenza, libera dai traumi del passato e dai pesi familiari, si ritrovano però intrappolati in ruoli che sembrano predestinati, guardiani di un ordine immutabile. Un Occidente soggiogato dal mito del profitto si fonde con un Oriente dalle radici antiche, entrambi fondati su un capitalismo “dispotico”. Personaggi fiabeschi, come due gatti filosofi, la gazza azzurra e i corvi, arricchiscono il racconto, mentre le esili voci dei dissidenti, i non rieducabili, sono sempre più emarginate, minacciate, punite, eliminate.
Le vicende dei protagonisti si intrecciano e sono pervase dalla presenza di Scrittrice, un’eroina dei nostri tempi, convinta sostenitrice dei valori democratici e dei diritti civili. Il suo influsso su ciascuno di loro è profondo, talvolta con conseguenze fatali. Ognuno vive una frattura personale che rispecchia quella collettiva: il vecchio mondo europeo è giunto a un punto di non ritorno, e l’intera società sta attraversando la sua “ora di piombo”, un’epoca di apatia rassegnata, frenesia vana, asservimento a un consumismo sfrenato.
In questo imponente romanzo, l’autrice esplora a fondo i due mondi, mescolando con maestria citazioni di Confucio, Havel e altri pensatori, nell’incontro-scontro tra culture apparentemente distanti eppure ormai così simili, smarrite in una globalizzazione che amplifica i loro aspetti peggiori.
ora delle distanze è un singolare romanzo, ma anche un singolo musicale e un 45 giri disponibile da ottobre su vinile colorato, scritto da Lory Muratti e illustrato da Andy (Andrea Fumagalli) fondatore, insieme a Morgan, del gruppo musicale Bluvertigo. Colpisce subito la bella copertina e il particolare layout a due colonne che mi ha catapultato rapidamente in un tempo in cui ero ragazzina e tenevo in mano le pubblicazioni “Urania”. Il libro è un viaggio che, traendo ispirazione dalle numerose illustrazioni dei quadri visionari di Andy, è giocoforza qualcosa di surreale e psichedelico.
Il protagonista di questa strana storia è un disegnatore costretto da una misteriosa voce al telefono nel ruolo di “pusher del colore” che, se di giorno spaccia dosi di emozioni acriliche agli abitanti disorientati e anestetizzati di un mondo in bianco e nero, di notte si rifugia nel suo laboratorio per sottoporsi a una trasfusione di colore che lo porta a viaggiare dentro le sue stesse opere: ci viene così raccontata una “contro-realtà” abitata da personaggi imprevedibili, pittoreschi, onirici e fuori dagli schemi tipo il Killer del Phon, la Regina, l’Uomo dell’Interludio e il Violinista Appeso, ma anche da personaggi molto meno irreali come David Bowie, Isabella Rossellini, Alain Delon e un suo doppio malvagio da sconfiggere in una dura battaglia a colpi di pennarello.
In questo viaggio lungo una notte, troviamo musica, letteratura e pittura in modo da coinvolgere tutti i sensi nella lotta quotidiana di chi non vuole arrendersi a vivere in una realtà corrotta in quanto abitata da un’umanità che ha dimenticato l’importanza dei sogni e delle emozioni e che, sconfitta dal vuoto che avanza, vive immersa in un mondo in bianco e nero pericolosamente privo di sfumature: “Un mondo annoiato dai sogni è un mondo da far saltare in aria” ci dicono gli autori. Esiste, dunque, un’alternativa a questo nostro mondo violento, ignorante e vinto da regimi che indossano l’abito della democrazia, in cui la perdita di ciò che avevamo duramente conquistato decenni fa, ci ha portato a vivere in assenza di sentimenti, soffocati da rapporti malsani e fasulli, a convivere con persone che ci rubano il tempo – specie quello libero, preziosissimo – senza neanche chiedere scusa.
I sogni e i colori presenti nella dimensione parallela delle “Distanze” in cui si ritrova l’io narrante, rappresentano non solo una fuga da una realtà divenuta insostenibile, ma anche la cura, il rimedio, la possibilità di mantenere vivo il sogno viaggiando dentro noi stessi per poi provare, una volta tornati alla dimensione in bianco e nero, a invertire la rotta: infondere nuovo colore nelle persone vuol dire trasmettere speranza e ridare la giusta rilevanza ai sentimenti veri, specie in chi li aveva persi da tempo, perché solo chi emana vibrazioni positive potrà partecipare a una festa nel mondo a colori inventato dagli autori. Bisogna, quindi, avere coraggio nell’affrontare un viaggio dentro noi stessi: a volte occorre arrivare a scordare chi siamo per ricominciare, decostruirsi, per usare un termine molto attuale, perché ciò che succede dentro di noi può essere utile a trasformare anche ciò che avviene fuori da noi.
Qui nessuno esprime la sua opinione. Qui valgono solo le opinioni collettive… l’ignoranza è una strategia di sopravvivenza, la più efficace…La Cina è sorriso e pazienza».
La scrittrice ceca Radka Denemarková ambienta in Cina una rappresentazione globale delle nevrosi contemporanee in un originale e fluviale romanzo da 900 pagine che da Praga ci porta a Pechino, attraverso le vite e gli incontri di personaggi simbolici: Scrittrice (l’eroina del racconto), Program-matore, Imprenditore, Diplomatico, Amico, Studentessa americana, Ragazza cinese, Madre cinese, i Dissidenti non rieducabili, i Gatti filosofi ed altri animali, come nelle fiabe.
Il libro si intitola Ore di piombo, è tradotto da Laura Angeloni, ed esce dall’editore Miraggi nella collana NováVIna che prende il nome dalla Nouvelle Vague della Primavera di Praga. Entrano in questo esercizio letterario citazioni di Václav Havel, il poeta-presidente della resurrezione nazionale post 1989, e continui riferimento a Confucio, in una tradizione che nemmeno la rivoluzione culturale aveva intaccato: «In cima alla piramide c’è l’ubbidienza ai genitori… Ogni politico, ogni imprenditore, giura devozione all’altissimo Segretario del Partito Comunista… I cinesi l’ubbidienza ce l’hanno nelle ossa… La Cina è la caricatura della disperazione degli ex detenuti appena usciti dal carcere». Si respira lo humour nero e surreale degli scrittori cechi, poesia, invenzione, la denuncia cruda delle ipocrisie europee sulla violazione dei diritti umani: «L’Occidente finanzia con molta generosità tutto cio che si accompagna all’aggettivo tibetano, soprattutto se ha a che fare con monaci, pratiche di guarigione, artisti, misticismo. Ma non è disposto ad appoggiare i tibetani nella loro battaglia contro i cinesi per la liberazione del Tibet». La Cina – dice Scrittrice – si sta comprando il mondo.
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