Viene quasi naturale invertire le lettere e trasformare il professor Toti nel maresciallo Tito: del resto tutti gli riconoscono una notevole somiglianza fisica con l’ex presidente della ex Jugoslavia, oppositore dei fascio-nazisti, ma anche del PCUS di Stalin. Toti, però, è un attempato ricercatore a contratto dell’Università di Camerino, specializzato nelle ricette sul carciofo e sull’uso delle erbe aromatiche nel Medioevo. Per questo non capisce bene perché la Famosa Conduttrice della trasmissione “Il mondo in cucina” abbia cercato proprio lui per questa missione, piuttosto che non uno dei tanti suoi giovani studenti, certamente più a loro agio quando si parla di ricette e cucina contemporanea, ma soprattutto quando ci si deve esporre sullo schermo televisivo. Fatto sta che accetta di scrivere il soggetto per cinque puntate anche perché assecondano la sua proposta di una puntata sulla cucina balcanica, in particolar modo per la cucina di Sarajevo. Il viaggio di lavoro non è dei più comodi, perché le vie di comunicazione nelle terre dei Balcani, dopo la spaventosa guerra dell’inizio degli anni Novanta del ventesimo secolo, è precaria e tutta da ricostruire, come le vite degli abitanti di quei luoghi. Toti sceglie di fare l’autostop e quindi di approfittare della compagnia di guide affabili disposte ad avvicinarlo alla sua Sarajevo. Ma in realtà Toti ha un’altra missione, anzi ne ha due: trovare un ricettario cinquecentesco probabilmente molto caro al maresciallo Tito e dato per disperso dopo il bombardamento della biblioteca di Sarajevo; ritrovare la sua ex fiamma, sua studentessa di un tempo, Alma. Il tutto scandito da pranzi e cene semplici, cucinati secondo tradizione e conditi da salse e rakija…
Eric Gobetti è un riconosciuto e stimato storico, specializzato in Novecento ed in particolar modo sulle vicende della penisola balcanica: alla sua penna si devono pagine chiare e documentate sulle foibe, sulla fine della Jugoslavia, ma anche sui partigiani e la seconda guerra mondiale. Nel suo primo romanzo sceglie una formula ben riuscita di narrazione e saggio e ci porta a spasso per una parte dei Balcani, in quelle terre senza confine fra il Montenegro, la Bosnia Erzegovina e la Croazia per spiegare coi fatti, cioè con usanze e soprattutto piatti culinari, il senso di equilibrio multiculturale di un mondo che molti vogliono dividere, ma che in realtà convive benissimo al di là di ogni etichetta e mutazione linguistica. Non c’è niente di più identitario per definire un popolo della sua cucina: scopriamo che a distanza di centinaia di chilometri cambia qualche nome, cambia qualche lettera, ma non l’essenza dei piatti di carne e pesce, verdure e rakija, vero collante di uomini e donne che sono divisi dalla fede, però uniti dall’amore per la loro terra. L’esperienza on the road è un modo per riflettere sui temi della libertà e dell’identità, sui confini e sull’insensatezza delle guerre, sulla distruzione e sulla dignità della ricostruzione. Un libretto ben riuscito, narrativamente parlando anche banale, ma di quella “banalità del bene” che aiuta a capire quanto dobbiamo ancora capire dell’essere umano in un mondo a volte subumano.
Un lavoro a quattro mani, un lavoro a due menti, un lavoro a due cuori, un lavoro a due anime, attraverso una potentissima corresponsione di afflato emotivo ed emozionale, che denota e delinea una comunione di pensiero e una proiezione riflessiva di poderosa empatia intima e introspettiva.
Non è certamente mai semplice e semplicistico improntare un lavoro letterario congiunto, perché ogni scritto di qualsivoglia contenuto si rende sempre “creazione-creatura” elettiva ed eletta, richiede una cura e una premura amorevole e una forma di accudimento esclusivo in ogni sua fase “di gestazione” come se metaforicamente venisse “portata in grembo” per poi venire alla luce e prendere vita. Andy (alias
Andrea Fumagalli) e Lory Muratti, nella loro sintonia alchemica sinergica hanno trovato un perfetto e convincente compromesso ideale di intenti e di intenzioni e sono pertanto riusciti a fondere le proprie singole individualità artistiche e creative in un intreccio di commistione letteraria, sfociato in questo libro dal titolo quasi disarmante e sferzante al contempo “L’ora delle distanze” (Miraggi Edizioni), che pone l’accento in primis sulla componente concettuale e simbolica sottesa e insita nel messaggio sostanziale e in seconda battuta offre degli spunti di richiamo e di rimando trasversali dai molteplici sviluppi interpretativi, lasciando poi al lettore la libertà di una fruizione personale e soggettiva molto ampia e dilatata. La sospensione tra reale e irreale, tra realtà e invenzione, tra visione realistica e immaginaria, prospetta una lettura avvincente e intrigante, dinamica e vivace, prolificante di pulsioni e brulicante di vibrazioni, di quella good vibe energica ed energizzante che appartiene al DNA genetico di entrambi nella caleidoscopica esplosione del rispettivo talento innato, che possiedono assieme alle virtuosi doti e risorse di camaleontico trasformismo. È un libro che non cerca nessuna tipologia di accettazione e gradimento massificante e mercificante e tanto meno aderisce a degli stereotipi standardizzati banali e scontati, emulativi e statici e tanto meno ancora si piega passivamente a quelle cosiddette leggi di mercato editoriale condizionanti e limitative. È un libro altresì che si propone di andare oltre, di guardare oltre, di volare oltre e di viaggiare in una direzione preferenziale sui generis, affrancata da qualunque vincolo e filtro a monte, per accedere a una sfera comunicativa di cosiddetti liberi battitori, quali sono Andy e Lory da sempre, da ravveduti e consapevoli anticonformisti a 360°, da artisti indipendenti mai disposti ad essere inclusi e inseriti dentro schemi di cliché predefiniti e preconfigurati a priori. Andy e Lory confermano e riconfermano con questo libro la loro meritevole e qualificante posizione di scelte coerenti e responsabili nel portare avanti con la massima onestà intellettuale il progetto letterario e si rendono senza dubbio un esempio positivo a modello di orientamento artistico-professionale scevro da ogni volontà speculativa e da ogni ambiguità dialettica, uscendo allo scoperto e cercando un dialogo di incontro, di scambio e di confronto sempre su un piano interattivo paritetico e su un livello relazionale e interrelazionale autentico e spontaneo.
A Monza, dentro un’ex fabbrica tessile oggi trasformata in studio d’arte e musica, Margherita parcheggia il camper per incontrare Andy dei Bluvertigo e lo scrittore e musicista Lory Muratti. Qui è nato L’ora delle distanze (Miraggi Edizioni), un romanzo psycho-fantasy illustrato dai quadri fluo di Andy, che diventa anche disco, performance e sogno condiviso. Si parla di sogni da salvare, colori che curano, sinestesia, identità artistiche e parole che diventano musica. E tra una flebo fluorescente e un killer del phon, si ascolta anche un’anteprima sonora dal vivo.
I cevapčići sono delle polpette di carne tipiche della cucina balcanica caratterizzate da un sapore speziato e deciso, ideali anche per una grigliata!
Così recita uno dei più importanti siti di cucina quando parla del famoso piatto a base di carne tipico della penisola balcanica che è l’ambientazione sullo sfondo delle Straordinarie avventure del professor Toti nel mondo dei cevapčići, primo romanzo dello storico Eric Gobetti. Con il suo libro (edito da Miraggi) Gobetti ritorna nel territorio Jugoslavo, da sempre suo terreno d’elezione per la produzione saggistica (che gli ha causato anche strumentalizzazioni politiche), usando l’ espediente culinario.
I palinsesti televisivi sono ormai invasi dai programmi di cucina, e il protagonista del libro, il Professor Toti, borsista dell’Università di Camerino in “storia dell’alimentazione” viene incaricato da uno di questi programmi di realizzare uno speciale proprio sulla penisola balcanica. Comincia così, in modo quasi inaspettato, un road book che da Bari porta il nostro eroe a risalire tutta la costa Balcanica attraversando mille peripezie e dovendo fronteggiare continui cambi di programma sulla tabella di marcia per assecondare l’instabilità morfologica del territorio e le insidie logistiche proprie dei diversi luoghi che si dipanano dal Montenegro fino a Sarajevo.
La cucina, il cibo, le ricette sono un linguaggio che permette di svelare agli occhi del lettore le mille peculiarità storiche e sociali del territorio martoriato dalla guerra civile degli anni ’90. A quella guerra, chi è sopravvissuto, sovrappone pensieri, idee, rimpianti e antichi dolori. Uno su tutti è quello che vede il protagonista somigliare incredibilmente al Maresciallo Tito, non a caso in copertina troviamo un’immagine del maresciallo con tanto di cappello da Chef.
Il viaggio del professor Toti, si ammanta anche di mistero dal momento che un suo mentore lo incarica di svelare una volta per tutte la leggenda legata al più antico ricettario di cui la letteratura abbia memoria, risalente addirittura ai tempi della scoperta dell’America. Il suo autore, infatti, Solomon Amerovic, sarebbe uno dei componenti della storica spedizione poi riparato nei Balcani.
Come se non bastasse, nel libro di Gobetti, condensato nelle sue novanta pagine, troviamo anche una storia d’amore che lega il sessantenne protagonista a una donna di Sarajevo che durante la fase più acuta del conflitto in Jugoslavia era venuta in Italia a studiare. Alma, infatti, è presente quasi dalla prima pagina nella mente del protagonista che punta a Sarajevo prima di tutto per provare a riallacciare i rapporti con la donna di cui si era innamorato, e mai dichiarato, ai tempi dell’università negli anni ’90.
La scrittura di Gobetti trova i suoi momenti migliori negli spassosi dialoghi tra il protagonista e la vasta fauna di personaggi per lo più improbabili che si incontrano lungo la strada. Il ritorno a Sarajevo, tramite il grimaldello della tradizione culinaria, ci svela una società multiculturale, attraversata da vettori storici e religiosi che affondano le loro radici in secoli lontanissimi. Il sincretismo con l’impero Ottomano contrapposto alle forze centrifughe del centro Europa creano una società in continuo movimento. Non si può tentare di fotografare la penisola Balcanica senza rischiare di averne un’immagine mossa.
Gobetti, da profondo conoscitore della storia dei nostri vicini di casa, riesce tramite una storia piccola a restituirci un quadro molto preciso di cos’è l’Ex Jugoslavia di oggi. Ed è questo che fa la letteratura, entra nella storia con la esse maiuscola grazie a piccoli personaggi, fondamentali a comporre il quadro generale. Degna di nota è anche l’appendice finale con un piccolo ma nutrito ricettario di molte delle pietanze nominate nelle pagine del libro.
Lo storico italiano Eric Gobetti si è cimentato l’anno scorso con la narrativa scrivendo il gustoso libretto Le straordinarie avventure del professor Toti nel mondo dei ćevapčići per le edizioni Miraggi. Il professor Toti, un sessantenne ancora aitante, compie un viaggio da Bari nelle terre della ex Jugoslavia per interessamento del programma tv «Il mondo in cucina». Dovrà scovare e parlare di alcune ricette tipiche del Paese una volta unito e ora suddiviso in sette parti. Il prof Toti, un esperto di cucina e cibo, compie il suo faticoso viaggio dal Montenegro, dove approda, fino a Sarajevo, città in cui spera pure di trovare un celebre ricettario. Là lo attende anche l’ex fiamma Alma, una profuga bosniaca che aveva conosciuto molti anni prima in Italia.
Allineati tutti gli ingredienti sul piatto, Gobetti ci presenta sia il cibo sia (velocemente) la storia recente della Jugoslavia. Il fatto curioso è che Toti assomiglia al maresciallo defunto e ciò provoca situazioni spassose ma anche incresciose. Passando da una mangiata all’altra, tutte condite da numerosi bicchieri di rakija, la forte grappa jugoslava, Toti saltabecca da una vecchina montenegrina che lo prende per un combattente della Seconda guerra mondiale agli ostili tifosi di una squadra di calcio di Mostar, fino a incontrare l’agognata Alma. Le elucubrazioni del professore sulla libertà lasciano adito a qualche perplessità, ma il suo talento per il quieto vivere e per la materialità delle cose permettono di completare il viaggio (senza ritorno) a mo’ di nostalgico rientro in una realtà che non c’è più e che al massimo può essere rintracciata nel bel mezzo di una scorpacciata di burek o baklava. In ogni caso, le ricette elencate sono interessanti e gustose e con una Kokta e un burek di carne nei dintorni il libro si digerisce bene.
Il mondo ha bisogno di colori. E il musicista-pittore Andy e l’artista-scrittore Lory Muratti hanno scelto un modo assai insolito per restituirglieli: L’ora delle distanze, astronave psycho-fantasy basata su un romanzo scritto da Muratti e illustrato con i quadri di Andy (pubblicato dalla casa editrice torinese Miraggi) e su due canzoni (L’ora delle distanze e La caduta), che stasera alle 21 atterra sotto forma di reading musicale a San Salvario, sulla libreria Luna’s Torta.
Articolato nei contenuti e nel mix tra linguaggi, il progetto ha richiesto anche una lunga genesi, a partire «da un giorno del 2009 in cui Lory venne a trovarmi nel mio capannone, racconta Andy. «Eravamo bloccati dalla neve. allora tirai fuori il vecchio soggetto per un corto che era rimasto in un cassetto. Lory ha ampliato l’idea, ispirandosi e dando senso alle mie opere».
Nel romanzo va in scena una sorta di battaglia esistenziale per la salvezza di un pianeta che non sa più sognare. «Di giorno il protagonista, che è una versione di Andy, distribuisce chiazze di colore a un mondo spento, privo di slancio, corrotto», dice Muratti. «Di notte rientra nella sua casa-laboratorio e viaggia nelle “distanze”, un non-luogo in cui incontrai personaggi delle sue opere.
Il colore entra nel corpo dell’eroe attraverso un rito che mescola suggestioni ospedaliere, cyberpunk e da assunzione di stupefacenti. con tubicini che collegano l’uomo a un dipinto e a un sintetizzato re. «L’obiettivo però non è alterarne lo stato di coscienza, ma aiutarlo a una presa di coscienza», precisa Muratti. «Farlo rientrare in contatto con se stesso attraverso una sostanza innocua come il colo-re». «In particolare il fluo, che da sempre è al centro del miei lavori», aggiunge Andy, «L’immagine è senza dubbio forte, con la durezza della flebo e dell’ago in vena, e il video di La caduta che mette in scena il rito è stato bloccato da YouTube. Abbiamo dovuto spiegare il significato dell’opera per sbloccarlo. Un altro segnale dell’ipocrisia in cui viviamo: va bene caricare filmati in cui si picchiano animali, ma non mostrare un colore che entra nel corpo. Per me L’ora delle distanze è un’opera sulla risorsa dell’introspezione. Può aiutare le persone a guardarsi dentro e ritrovare quella moltitudine di colori che oggi rimangono appiattiti».
Sono sbiaditi anche nella musica? In quel Festival di Sanremo che Andy ha conosciuto di persona (nel 2001 e nel 2016 con i Bluvertigo) e che è di nuovo alle porte, per esempio se ne trova ancora traccia? «lo vedo molte chiazze interessanti», risponde il musicista. «Cristicchi, Brunori. Willie Peyote. Giorgia, soprattutto Lucio Corsi per cui farò i tifo. Avrò anche un evento in città. Sanremo è la vetrina più importante ed è riuscita ad abbassare il suo target anagrafico, anche se ci propina i singoli che dovremo sorbirci tutto l’anno. Ma fa parte del gioco e chissenefrega se i Bluvertigo sono arrivati sempre ultimi. Il problema vero della musica è nel suo disfacimento quando ci si focalizza solo sui soldi e il discografico diventa un commercialista. Noi abbiamo avuto la fortuna di emergere in un’epoca in cui si faceva ancora scouting, venivi scoperto nei club, ti davano il tempo di registrare dischi. Oggi tutto è uniforme, la velocità di consumo è allucinante e gli algorit. mi chiudono la proposta in un enorme supermercato. Un’epoca di contraddizioni, perché offre anche un potenziale tecnologico meraviglioso, che ti permette di registrare un album a casa e farlo ascoltare autonomamente in Giappone.
Iper-autonomo e dal respiro indipendente è anche il progetto L’ora delle distanze, che 15 anni dopo la prima scintilla tra la neve della Brianza continua a crescere e mutare forma. «In questo mini-tour proponiamo un reading con sottofondi musicali». dice Murati. «Un’anteprima dello spettacolo teatrale che stiamo preparando per la primavera».
“Per passare meglio la notte, per non avere più paura del buio”. Immaginate di trovarvi in un’ambiente dominato da un grigiore opprimente, in cui le emozioni sono annichilite da un sentimento di rassegnazione angoscioso e angosciante: un luogo non così dissimile da molteplici realtà urbane in cui siamo calati. In questa dimensione, che un tempo sarebbe stata etichettata come distopica, si muove Fluon, uomo tra gli uomini e protagonista di L’ora delle distanze, il nuovo romanzo breve di Lory Muratti illustrato da Andy dei Bluvertigo e uscito a settembre 2024 tramite Miraggi Edizioni assieme a un 45 giri strettamente connesso alla storia raccontata.
Una dimensione distopica in realtà esiste e si rivela nel momento in cui il protagonista rientra a casa la sera ed assume un’identità completamente diversa, variopinta e glamour, proiettandosi proprio nelle Distanze, un luogo che ricorda da vicino il Paese delle Meraviglie in cui si muoveva l’Alice di Lewis Carroll, quanto a bizzarrie di luoghi e personaggi.
Maestro del colore a sua insaputa e creatore delle Distanze, Fluon si trova catapultato ogni notte in questo non luogo dalle tinte accese per ritrovare se stesso e un’umanità perduta che si fa carne in ogni pagina grazie alle illustrazioni vivide di Andy. Il protagonista esplora questo mondo nascosto, imparando a riconnettersi con i frutti della sua mente e con le sue emozioni, a tratti traumaticamente rimosse: saranno i personaggi che incontra lungo intricati corridoi e oltrepassando porte e stanze a guidarlo, e a dargli lezioni di vita da conservare, una volta tornato alla realtà.
In alcuni capitoli incontriamo personalità geniali, come il Killer del Phon, che ci permettono di trovare gli antidoti a una realtà tristemente spenta, sia tramite dialoghi accesi sia tramite passaggi necessariamente dolorosi come nell’Interludio Fucsia, capitolo particolarmente commovente in cui per la prima volta affiora il vissuto di Fluon.
Muratti adotta una prosa variegata e piacevole, mai scontata. Sa raccontare in modo leggero rimanendo denso, tanto che L’ora delle distanze si finisce in un giorno e vien voglia di rileggerlo per trovare al suo interno ulteriori significati. Gradevolissima la scelta editoriale della pagina su due colonne corredate dalle tavole di Andy, come tocco esteticamente accattivante e come invito a spogliarsi delle maschere di cinismo che ci circondano per riscoprirsi vivi.
Andando invece ad ascoltare l’EP che accompagna il romanzo, pubblicato da Riff Records anche in vinile colorato, il primo singolo estratto riprende il titolo del libro e ne descrive il contesto diurno, avvisandoci che verrà presa una nuova consapevolezza ed una nuova direzione. La notte sarà il momento in cui poter ancora sognare e piantare i semi di una ribellione possibile dal punto di vista umano. In La caduta invece i toni sono particolari, finanche pop nel ritornello, capace di imprimersi in testa sin dal primo ascolto. Il sax di Andy crea un’atmosfera noir estremamente piacevole accompagnandoci dentro la controrealtà delle Distanze, con un gusto per gli anni Ottanta riscontrabile anche dall’uso sapiente dei synth.
Lory Muratti, oltre che scrittore e musicista, è anche un visual artist e un attore: chi ha partecipato ai suoi monologhi – concerto sa che ci si può aspettare di essere attratti da tutte le sue declinazioni artistiche. Da qualche giorno, lui ed Andy stanno portando in giro il talk & sounds incentrato sul romanzo: per chi si accosta per la prima volta all’autore sarà una scoperta, per chi conosce già il suo modo di stare sul palco invece sarà un’ottima conferma.
Il brano – il cui video è girato al celebre Plastic di Milano – è tratto da ‘L’ora delle distanze’ il libro e disco che vede la collaborazione tra i due artisti.
Un salto temporale. Seguito da un tuffo vertiginoso in un mondo elettrico e caleidoscopico. Sono le sensazioni che restituisce La caduta, il nuovo singolo che, a dirla tutta, nuovo non è ma inedito sì, di Lory Muratti e Andy dei Bluvertigo, mentre ci catapulta in un universo sospeso nel tempo e nello spazio. Un progetto visivo, nato due decenni fa e che ancora oggi pulsa con immutata potenza, viene ora arricchito da una nuova tappa con il videoclip “lungo vent’anni” dopo che era stato messo in letargo per così tanto tempo. Non per consunzione, ma perché è come se aspettasse il momento giusto per risorgere.
A dare il via al revival visionario L’ora delle distanze, il libro pubblicato dal duo lo scorso settembre (Miraggi Edizioni), che ha riportato in superficie quelle canzoni e quelle immagini che sembravano evaporate. Non era così. È bastato che tornassero a guardarsi dentro: «E lì, nelle nostre profondità – raccontano i due artisti – che si annidano le forze e la voglia di continuare controcorrente. Farlo tendendo una mano a chi ci è accanto, ascoltando e condividendo il percorso, è più facile e ha un senso ancora più profondo». Infatti il romanzo era una sorta di porta d’ingresso per una “contro-realtà” affollata di personaggi post-punk, glamour e rock’n’roll, anime ribelli e colorate che si muovono come ombre danzanti tra le opere fluo create dallo stesso Andy. In perfetto stile Muratti & Bluvertigo, L’ora delle distanze è anche un vinile 45 giri (Riff Records/the house of love), per chi vive di musica ancora in parte tattile e dalle distorsioni vintage, e poter «immaginare un presente dove i sogni e il colore resistono contro una realtà sempre più corrotta e in bianco e nero».
Per celebrare il ritorno, Muratti e Andy hanno scelto un luogo simbolo della notte milanese come il Plastic, in occasione della one-night Popstarz Memorabilia. Qui, in uno spazio-tempo che si avvolge su se stesso, vecchie e nuove immagini si mescolano, creando una realtà alternativa, e dialogano con i riverberi delle immagini di loro stessi nel passato, in un affascinante gioco di specchi. Nel videoclip li accompagnano la performer Xena Zupanic e il Principe Maurice, figure tanto enigmatiche quanto potenti. Presenze che, come spettri dall’aria nostalgica e abbacinante, popolano anche le pagine del libro. Il risultato? Una festa per gli occhi e la mente. Da usare con cautela, però, il rischio è di non riuscire più a tornare nella realtà. Non a caso, già il romanzo ci metteva in guardia: «Le voci arrivano sempre più chiare. Non sono più solo e proseguo verso nuovi incontri e nuove speranze che tengono impegnate la testa e le mani con le quali mi diverto a disegnare per aria. Adesso che ricordo di saperlo fare, non ho più alcuna intenzione di smettere. Ci sono notti in cui gli oggetti cadono e questa è decisamente una di quelle».
Il brano parla di presenze che abitano nelle profondità della mente del protagonista e di tutti coloro che vorranno lasciarsi cadere in un vortice luminoso
La Cadutaè il nuovo singolo di Lory Muratti & Andy Bluvertigo. Il brano è incluso nel 45 giri L’ora delle distanze stampato su vinile colorato e pubblicato in Ottobre da Riff Records / the house of love.Disponibile per l’acquisto anche in bundle con il romanzo scritto da Muratti e illustrato da Andy: https://linktr.ee/muratti_andy Dopo la pubblicazione del romanzo illustrato L’ora delle distanze” (Miraggi Edizioni) e del primo omonimo singolo, Lory Muratti & Andy Bluvertigo proseguono il loro percorso condiviso rendendo disponibileLa Caduta.
La cadutaci porta nel cuore delleDistanzeovvero in quella “contro-realtà” fatta di personaggi post-punk, glamour e rock’n’roll, coloratissimi, irriverenti e imprevedibili raccontati fra le pagine del libro.Figure che diventano specchi di quello che siamo. Presenze che abitano nelle profondità della mente del protagonista e di tutti coloro che vorranno lasciarsi cadere in un vortice luminoso perché, come recita il testo della canzone: “Se le cose cadono, non è molto strano che io abbia in mente te che ti sai rialzare”.
Lory Muratti e Andy Bluvertigo tornano a parlare di speranza dando voce al sogno in risposta a coloro che in questo tempo ci vorrebbere sconfitti, caduti a terra invece che dentro noi stessi, alla ricerca del coraggio per rialzarsi sempre: “E lì, nelle nostre profondità – raccontano i due artisti – che si annidano le forze e la voglia di continuare contro-corrente. Farlo tendendo una mano a chi ci è accanto, ascoltando e condividendo il percorso, è più facile e ha un senso ancora più profondo”. Un progetto fuori dagli schemi, nato dalla voglia di“immaginare un presente dove i sogni e il colore resistono contro una realtà sempre più corrotta e in bianco e nero”. L’ora delle distanze è un viaggio psychofantasy, dark e pop al contempo in cui musica, letteratura e pittura si fondono. Un libro scritto da Lory Muratti, ispirato e illustrato dai quadri visionari di Andy e due brani realizzati a quattro mani che compongono il doppio Lato A dell’omonimo 45 giri. Un lavoro interdisciplinare che si appresta a diventare anche un evento live in equilibrio tra concerto, teatro, installazione e Dj set. Un’esperienza multimediale pensata per coinvolgere più sensi e per essere vissuta in profondità: “Le voci arrivano sempre più chiare. Non sono più solo e proseguo verso nuovi incontri e nuove speranze che tengono impegnate la testa e le mani con le quali mi diverto a disegnare per aria. Adesso che ricordo di saperlo fare, non ho più alcuna intenzione di smettere. Ci sono notti in cui gli oggetti cadono e questa è decisamente una di quelle”.
Un progetto multi-format che esprime la voglia dei protagonisti di esprimersi con più mezzi. “L’ora delle distanze” (Riff Records / the house of love) ispirato all’omonimo romanzo illustrato (Miraggi Edizioni) uscito lo scorso settembre (disponibile per acquisto qui e qui) è il proseguimento in musica della pubblicazione dell’omonimo romanzo illustrato. A cantare sono Lory Muratti e Andy Bluvertigo in un mondo in bianco e nero raccontandoci di una fuga-rifugio verso la dimensione parallela delle “Distanze”.
“L’ora delle distanze” è un viaggio psychofantasy, dark e pop al contempo in cui musica, letteratura e pittura si fondono. Un libro scritto da Lory Muratti, ispirato e illustrato dai quadri visionari di Andy e due brani realizzati a quattro mani che compongono il doppio Lato A dell’omonimo 45 giri.
Il lato B del singolo, “La caduta” (in uscita sulle piattaforme digitali l’8 novembre 2024) ci porta nel cuore di quella “contro-realtà” fatta di personaggi post-punk, glamour e rock’n’roll, coloratissimi, irriverenti e imprevedibili. Figure che diventano specchi di quello che siamo. Presenze che abitano nelle profondità della mente del protagonista e di tutti coloro che vorranno lasciarsi cadere in un vortice luminoso perché, come recita il testo della canzone: “Se le cose cadono, non è molto strano che io abbia in mente te che ti sai rialzare”. Un progetto fuori dagli schemi, nato dalla voglia di “immaginare un presente dove i sogni e il colore resistono contro una realtà sempre più corrotta e in bianco e nero”.
Un lavoro interdisciplinare che si appresta a diventare anche un evento live in equilibrio tra concerto, teatro, installazione e Dj set. Un’esperienza multimediale pensata per coinvolgere più sensi e per essere vissuta in profondità. I due autori raccontano: “Le voci arrivano sempre più chiare. Non sono più solo e proseguo verso nuovi incontri e nuove speranze che tengono impegnate la testa e le mani con le quali mi diverto a disegnare per aria. Adesso che ricordo di saperlo fare, non ho più alcuna intenzione di smettere. Ci sono notti in cui gli oggetti cadono e questa è decisamente una di quelle.”
Lory Muratti è scrittore, musicista, regista, attore e dj. Nel 2005 pubblica il romanzo d’esordio “Valido per due” a cui fa seguito il libro+disco “Hotel Lamemoria” (2007) entrambi editi sotto lo pseudonimo “Tibe”. Musica e narrativa continuano a incontrarsi nelle sue opere con i successivi “Scintilla” (2013), “Lettere da Altrove” (2020) e “Torno per dirvi tutto” (2022). Sul fronte visivo si occupa di video-arte e videoclip musicali. Le sue installazioni come sound designer lo hanno portato fino a “Luminale Frankfurt 2010” e “Biennale di Venezia 2011”. Sviluppa i suoi progetti all’interno del laboratorio creativo e casa di produzione “the house of love” che dirige in un ex ricovero barche affacciato sulle sponde del Lago di Monate. Andy è musicista, pittore, dj e produttore. Nei primi anni ’90 fonda con Morgan i “Bluvertigo” con i quali pubblica tre album, un disco live (MTV Storytellers) e una raccolta di successi conquistando un “MTV Music Awards” e rendendosi protagonista di numerosi tour, cinque partecipazioni al Festival di Sanremo e altrettante al concerto del Primo Maggio. Opinionista televisivo, dj nei club e nei festival di tutta Italia, produttore di band emergenti, è da sempre attratto dalle arti figurative. L’originale rappresentazione della contemporaneità attraverso l’uso del colore fluorescente, centro vitale della sua diversificata produzione artistica, gli ha consentito di raggiungere un successo internazionale valendogli collaborazioni con marchi quali Coveri, Carlsberg, Iceberg, Redbull, Fiat, Huawei e molti altri.
L’ora delle distanze è un progetto ambizioso e visionario che fonde musica, arte visiva e letteratura in un racconto unico. Nato dalla collaborazione tra Andy e Lory Muratti, il progetto esplora tematiche di evasione, decadenza e resistenza creativa, e diventa un manifesto che riscrive le regole dell’arte contemporanea, strizzando l’occhio all’immaginario underground. Attraverso un mix di linguaggi che spaziano dal dark al pop, i due artisti hanno creato un’opera che invita il pubblico a immergersi in un universo surreale, dove sogni e colori cercano di sfuggire a una realtà corrotta e monocromatica. In questa intervista, Andy e Lory ci raccontano il percorso dietro la creazione, e il potere trasformativo dell’arte e della musica nella loro visione del mondo.
Il vostro progetto è descritto come un’opera che combina musica, letteratura e arte visiva. Come avete sviluppato l’idea di unire questi tre linguaggi in un unico racconto? Andy: L’idea è nata proprio dalla condivisione dei tre linguaggi. Mi sono sempre occupato di musica e pittura, Lory di musica e scrittura. Unendo le forze abbiamo creato la sinergia dentro la quale ognuno ha potuto ottimizzare le proprie risorse. Lory: Credo si possa dire che il nostro linguaggio è per sua natura “multidisciplinare”. Quando ci confrontiamo non lo facciamo solo da musicisti o aprendo un dialogo tra scrittore e pittore. Ci siamo sempre sentiti partecipi di un immaginario condiviso. Per questo è stato del tutto naturale dare vita a un progetto che ha più volti e più anime, ognuna delle quali rappresenta una parte di noi.
Nel comunicato stampa si parla di un presente in cui sogni e colori resistono a una realtà corrotta e in bianco e nero. Quale significato assume questo contrasto nel vostro progetto? Andy: Sogni e colori nella dimensione delle “Distanze” narrata nel libro rappresenta una possibilità di risoluzione, la necessità di mettere a fuoco il disagio ingrigito al quale crediamo sia possibile dare nuova forma e colore. Lory: Il mondo delle “Distanze” rappresenta per il protagonista la fuga da una realtà divenuta insostenibile, ma anche la cura, il rimedio, la possibilità di mantenere vivo il sogno viaggiando in profondità per poi tornare al bianco e nero e provare a invertire la rotta. Infondere nuovo colore è la metafora che abbiamo voluto usare per rappresentare la speranza.
La storia di “L’ora delle distanze” si svolge in una “contro-realtà” popolata da personaggi post-punk, glamour e rock’n’roll. Come avete costruito questo universo surreale e qual è il suo rapporto con la nostra realtà? Andy: Ho sempre rappresentato all’interno dei miei quadri una serie di personaggi che mi hanno ispirato. Dagli amici della vita reale ai grandi miti dello spettacolo. Lory ha articolato la storia dando a loro uno specifico ruolo di svolgimento. Lory: Come dicevo, le “Distanze” sono la cura, il rifugio salvifico e come tali fanno da contraltare al piano di realtà. I personaggi che li popolano, come dice Andy, sono figure reali che, traslate in una dimensione parallela, diventano i perfetti custodi e animatori di quel rifugio psichedelico.
Il romanzo è definito un “viaggio psychofantasy, dark e pop”. Come avete bilanciato questi elementi nei testi e nelle illustrazioni per mantenere coerenza narrativa e visiva? Andy: Il romanzo parla di un viaggio lisergico che nasce grazie a una trasfusione di musica e colore nelle vene del protagonista. La realtà in bianco e nero, decadente e corrotta, è in contrappunto con la dimensione fluorescente dei dipinti. Le illustrazioni esistevano già, i testi hanno permesso la connessione del viaggio. Lory: Come avviene nel nostro “mescolare arti e mestieri” allo stesso modo le suggestioni si influenzano e bilanciano reciprocamente. I dipinti di Andy, diventati illustrazioni nel libro, sono lo scenario dentro il quale si svolge la storia e dove i personaggi da lui immaginati hanno preso vita nella mia narrazione. I toni dark, pop, psycho ed ogni altra sfumatura rintracciabile nel libro (e nei testi delle canzoni che abbiamo realizzato in parallelo) non sono altro che la naturale rappresentazione dell’essenza di quei personaggi e del modo in cui si muovono nelle Distanze o, nel caso del protagonista “Fluon”, tra Distanze e realtà.
Nel libro emergono temi come il desiderio di evasione, la decadenza e la lotta contro il vuoto interiore. Quali esperienze personali o osservazioni del mondo vi hanno ispirato a esplorare queste tematiche? Andy: Più che evasione, penso che sia maggiormente presente il desiderio di immersione e riflessione su ciò che avviene dentro di noi, utile a trasformare ciò che avviene fuori da noi. Lory: Sono perfettamente d’accordo nel dire che il viaggio è dentro noi stessi. È da lì che abbiamo deciso di partire per provare a rileggere un presente che, in molti modi, non ci rappresenta e non rispecchia nemmeno gli ideali per i quali abbiamo sempre vissuto e lottato. Ricostruire immaginando piuttosto che fuggire è la strada che abbiamo deciso di condividere con chi desidera avvicinarsi a questo lavoro.
Il videoclip del singolo è stato girato a San Diego e mostra una realtà colpita dall’indigenza. Come si collega questa scelta visiva con i temi trattati nel libro? Andy: A mio parere gli Stati Uniti rappresentano la forma più grave di avvilimento dell’essere umano. La disuguaglianza determinata dal denaro e dalla continua menzogna sociale ”pseudo democrazia” o “sogni da inseguire”, diventa uno spaccato perfetto per la narrazione. Lory: È quella una realtà che ci sta a cuore raccontare e che basta osservare da vicino (anche incontrando e parlando con chi la vive) per rendersi conto che è più vicina e “possibile” di quello che siamo portati a immaginare. Molte di quelle persone vivono le nostre stesse lotte quotidiane e questo fa comprendere quanto il contesto, certe scelte, ma soprattutto la mancanza di supporto da ciò che ti circonda, possa influire sulla tua vita. È stato il punto di partenza per immaginare il bianco e nero in cui si apre il romanzo.
Il personaggio protagonista sembra trovarsi in una costante ricerca di identità e riconciliazione tra il sé interiore e il mondo esterno. Quanto di voi stessi avete riversato nel protagonista? Andy: Per quel che mi riguarda c’è un parallelo quotidiano tra il protagonista del romanzo e quello che vivo. A tratti sembra un’autobiografia psicotica. Lory: Ho chiaramente pensato molto a Andy scrivendo di Fluon, ma alla fine non vi è narrazione che non venga influenzata anche dallo stato d’animo e dalla storia personale di chi scrive. Penso che il tratto del protagonista che riguarda di più entrambi sia la sua tenacia, il desiderio di tenere vivo il sogno.
Il progetto include anche un’esperienza live che mescola concerto, teatro, installazione e DJ set. Come immaginate che questo approccio multimediale arricchisca la fruizione del pubblico? Andy: Stiamo per costruire uno spettacolo multidisciplinare perché ci rappresenta, perché siamo creativi in diverse discipline. Penso che sia un modo interessante e divertente di avvicinare il pubblico al romanzo. A mio parere spesso le presentazioni di libri, salvo rari casi, sono avvolte da un alone di noia che non vorrei mai nel nostro caso. Lory: Ho sempre amato far dialogare musica e narrativa e creare spettacoli a cavallo tra teatro e concerto. Con questo lavoro condiviso credo ci spingeremo anche oltre per avventurarci, assieme al pubblico, nel cuore della narrazione.Il libro è ricco di immagini potenti, tra cui il riferimento al “vento pieno di nuova speranza” e alle “strade smarrite nei colori”. Come avete utilizzato l’immaginazione per costruire questi paesaggi emotivi e visivi? Andy: Durante le esperienze meditative o le pratiche di alterazioni dello stato di coscienza si vive spesso la sensazione di essere avvolti da un vento forte o da strade che, a un certo punto, non hanno più una direzione precisa e si perdono nei colori. Oltre all’immaginazione c’è quindi un lato esperienziale che mi permette di riconoscermi all’interno della narrazione di Lory. Lory: Nel momento in cui si è compartecipi dello stesso immaginario, certe suggestioni affiorano in autonomia alla coscienza. Personalmente quando inizio a scrivere so qual è la strada da percorrere (la scansione cronologica degli eventi e il divenire narrativo), ma non ho la più pallida idea di quali immagini mi raggiungeranno, adatte a descrivere quel flusso di eventi che diventa inevitabilmente anche un flusso di coscienza.
Guardando al futuro, vedete “L’ora delle distanze” come un progetto isolato o come il punto di partenza per ulteriori collaborazioni artistiche tra voi? Andy: Vedo il progetto come il risultato dell’abbattimento dei tempi tecnici e dei problemi aggiunti. Un altro modo per quel che mi riguarda di concretizzare le idee. L’entusiasmo dell’editore, del discografico e la complicità con Lory mi fa sognare una continuazione. Lory: Ritrovarsi a condividere un percorso in modo così spontaneo, alimentando e arricchendo vicendevolmente il risultato finale è cosa preziosa e ha una forza difficile da spiegare a parole. Innescare questo tipo di sinergie, per mia esperienza, è cosa piuttosto rara e mi fa quindi auspicare che questo progetto sia il primo capitolo di un lungo viaggio condiviso.
Usiamo cookie per garantirti un servizio migliore.
Funzionale
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.